Militari del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, a conclusioni di indagini di carattere finanziario, hanno arrestato tre persone per intestazione fittizia di beni, hanno sequestrato due aziende sospettate di essere inquinate dalla mafia ed hanno sospeso dall'amministrazione delle proprie società una conosciuta famiglia di albergatori palermitani.
Le tre persone arrestate dalle Fiamme gialle della polizia valutaria di Palermo sono Marcello Sbeglia, di 42 anni, indicato come rampollo di un noto clan di costruttori ritenuti punto di riferimento di diverse famiglie mafiose per la gestione degli appalti; Salvatore Brusca, di 50 anni, e Gaetano Troia, di 51, accusati di essere prestanome del primo.
Dalle indagini - secondo quanto si è appresto da fonti investigative - sono emersi anomali rapporti finanziari tra la famiglia Sbeglia e importanti società alberghiere: gli Sbeglia, al fine di eludere la normativa di prevenzione antimafia - sempre secondo le accuse - si erano dotati di una struttura di prestanome con la quale hanno drenato denaro dalle società alberghiere ed hanno occupato fette di mercato edile lecito.
Nel corso delle operazioni, la Guardia di Finanza ha sequestrato due aziende ritenute "inquinate" - la ditta individuale di Brusca e la società Ve.Co.Si. a responsabilità limitata - ed è stata applicata la misura di prevenzione antimafia dell'amministrazione giudiziaria di società nei confronti di soggetti operanti nel campo alberghiero.