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27/01/2014 11:00:00

Scrivono i consiglieri Salone e Fazio sul sindaco di Trapani Vito Damiano


L'amministrazione Damiano e la sua maggioranza (ammesso che vi sia una maggioranza. Sic!) navigano a vista. L'ipotesi di suddividere le due rimanenti rate della TARES, in scadenza il 16 febbraio ed il 16 aprile, ciascuna in due mini rate per un totale di quattro mini rate (16 febbraio; 16 marzo; 16 aprile e 16 maggio) appare come una pezza peggio del buco. È una decisione che, se il consiglio comunale dovesse prendere votando un atto deliberativo, fa a pugni con la logica e con quanto fino ad oggi affermato da sindaco e maggioranza. Ecco, una per una, le contraddizioni che alimentano la nostra preoccupazione:
1. La maggioranza ha assicurato ai trapanesi che l'amministrazione avrebbe proceduto ad approvare un atto con il quale ai cittadini con reddito inferiore ai 35mila euro o dichiarazione ISEE fino a 13.150 euro sarebbe stato accordato un bonus pari alla terza rata Tares.
2. Tale espressione politica, cui ancora non è seguito alcun atto amministrativo che possa avere alcuna validità, è stata meglio espressa con un atto di indirizzo della Giunta Damiano. Aspetto questo alquanto singolare, considerato che gli atti di indirizzo sono prerogativa del Consiglio Comunale e non dell'Esecutivo che, semmai avesse voluto essere concreto, avrebbe dovuto votare una delibera. Per altro, aspetto politico e amministrativo di non secondaria importanza, tra gli assessori che all'epoca hanno votato l'atto non compare il nome dell'assessore alle finanze, Francesco Mazzara. Fatto che la dice lunga sulla improntitudine dell'iniziativa.
3. Volendo aderire a questo atto di indirizzo che recepisce la volontà politica della maggioranza di dare un bonus sulla terza rata ai cittadini con reddito inferiore a 35mila euro o 13.150 di dichiarazione ISEE, l'amministrazione non ha ancora chiarito a quanto ammonta la somma per sopperire al mancato introito. Si parla di cifre ballerine tra il milione e mezzo ed i due milioni e rotti di euro. Dove si reperiscono queste somme? È forse per questa ragione che l'assessore Mazzara non ha firmato l'atto di indirizzo e si è dimesso?
4. è stato detto che avrebbero diritto al bonus (condizionale d'obbligo visto e considerato la assoluta confusione che regna) solo coloro che sono in regola con i pagamenti della TARES e che l'istanza per avere diritto al bonus deve essere presentata entro il 14 febbraio. Ma, in regola come? Avendo pagato per intero? E che senso avrebbe chiedere il pagamento per intero per dare poi il bonus? Che agevolazione sarebbe? E che senso ha introdurre anche le minirate visto e considerato che per l'accesso al bonus la Tares dovrebbe essere interamente già pagata entro il 14 di febbbraio? E se fosse come dicono, ovvero che questa delibera delle mini rate sia una delibera fatta prima, perchè l'amministrazione Damiano non l'ha ritirata ?
5. l'amministrazione sembra non abbia tenuto conto che sono già stati inviati migliaia di bollettini di pagamento con le note scadenze. L'introduzione delle mini rate che effetto avrebbe? Gli uffici dovrebbero ricominciare tutto d'accapo? Ed i criteri di accesso al bonus, oltre che le procedure per il pagamento quando saranno chiariti? Domani sera in consiglio? Per decidere cosa?
L'impressione che si trae da questo marasma di informazioni contraddittorie è appunto di una amministrazione che naviga a vista, che punta sull'effetto annuncio per calmierare la rabbia dei cittadini trapanesi e che invece continua ad agire senza tener in debito conto delle reali esigenze della città. Sbagliano sindaco e maggioranza se considerano chiusa la vicenda della TARES. Sbagliano se pensano che non essendoci più una plateale protesta di piazza, che è stata solo la manifestazione acuta e palese del distacco tra la città e l'amministrazione, sia ora tutto ritornato nell'alveo della normalità. Il danno creato ai trapanesi è enorme. Da un lato quello immediato, economico, determinato dalla imposizione di un tributo determinato oltre ogni ragionevole misura; dall'altro quello "culturale": avere determinato una insanabile cesura tra le istituzioni comunali e la comunità amministrata, rendendo il Municipio un luogo alieno alla quotidianità di ogni singolo cittadino.