"L'economia sommersa e quella criminale hanno un fatturato valutabile nel suo complesso tra i 400 e i 500 miliardi di euro, pari a circa un terzo della ricchezza nazionale". E le indagini preventive segnalano "un'enorme area d'infiltrazione da parte della delinquenza organizzata nel tessuto economico, con modalità molto più sofisticate del passato". Usa parole preoccupate il vice presidente del Csm Michele Vietti nel suo intervento al convegno sulla legalità organizzato dalla Banca d'Italia e dal Csm. E richiama l'attenzione anche sulla cosiddetta "area grigia", fatta da "professionisti, politici, imprenditori, burocrati".
"L'illegalità prospera proprio lì dove ci sono margini di profitto e flussi di credito", avverte Vietti, evidenziando come non a caso "le segnalazioni di operazioni sospette, al 60,1 % provengono dall'Italia settentrionale, in testa Emilia Romagna e Lombardia, cioè aree fiorenti nel business". E gli ambiti segnalati dalla DIA in proposito, "dalla Tav, alle opere connesse all'Expo 2015, sino agli interventi di ricostruzione post-sisma in Emilia Romagna, costituiscono emblematici esempi di questa fenomenologia di 'vampirismo' imprenditoriale".