“Le infiltrazioni malavitose e mafiose nel gioco d’azzardo e nello sport hanno conosciuto un notevole incremento grazie all’enorme volume di affari del comparto e a forti legami con sodalizi criminali esteri in una dimensione transnazionale”.
Così il ministro dell’Interno Angelino Alfano nel corso di un’audizione nella commissione parlamentare di inchiesta sulle realtà mafiose. Il capo del Viminale illustra così i campi di interesse e di intervento delle differenti organizzazioni criminali: “Un’attenzione privilegiata da parte di Cosa Nostra nel controllo di sale bingo e punti Snai per il riciclaggio di capitali illeciti e l’assegnazione di posti di lavoro a persone affiliate e loro familiari. La gestione da parte della ‘ndrangheta del gioco d’azzardo in regioni lontane dalla Calabria. La penetrazione della camorra, soprattutto del clan dei Casalesi e dei loro fiancheggiatori, nelle regioni del Centro-Nord e in Romania. L’ingresso della Sacra corona unita nelle sale da gioco e nelle connesse attività usurarie, nonché nella manipolazione di manifestazioni calcistiche”.
Ricordando come “le pene attualmente previste per tali reati restino assai modeste” e promettendo un inasprimento delle sanzioni, Alfano annuncia che il governo ha “promosso un’intensa collaborazione con Germania, Svizzera, Canada, Romania, Albania, Olanda e Regno Unito per individuare e colpire i patrimoni mafiosi esportati all’estero e disegnare una mappa articolata dei beni malavitosi”.
Per rimuovere le criticità riscontrate e denunciate nell’organizzazione e nei meccanismi di gestione dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati alle organizzazioni mafiose – precisa il vicepremier – verrà previsto un coinvolgimento nella governance di esponenti del volontariato ed enti locali nonché di manager autorevoli, l’assegnazione diretta dei beni alle associazioni anti-mafia e la vendita ai privati solo se ciò si rivela impraticabile: “Anche per evitare una gestione improduttiva da parte delle autorità pubbliche”. Nessuna infiltrazione da parte dei gruppi mafiosi, conclude Alfano, è stata invece rilevata nei movimenti di protesta contro l’Alta velocità ferroviaria in Val di Susa e gli impianti Muos in Sicilia.