Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
11/02/2014 07:29:00

Mafia. Eden, indagini concluse. Canino, Tarondo chiede 12 anni

 La dda di Palermo ha notificato 22 avvisi di conclusione delle indagini ad altrettante persone accusate, a vario titolo, di far parte del clan mafioso del boss latitante Matteo Messina Denaro. Gli avvisi, che precedono la richiesta di rinvio a giudizio, riguardano, tra l'altro Anna Patrizia Messina Denaro, sorella del padrino di Castelvetrano che, secondo gli inquirenti, avrebbe retto il mandamento in assenza del fratello col quale continuava ad avere rapporti nonostante la latitanza.

Gli altri destinatari del provvedimento sono: Antonella Agosta, Girolamo Cangialosi, Lea Cataldo, Lorenzo Cimarosa, Aldo Di Stefano, Giovanni Ferrara, Francesco Guttadauro, Girolama La Cascia, Francesco Luppino, Antonino Lo Sciuto, Giuseppe Marino, Michele Mazzara, Mario Messina Denaro, Antonella Montagnini, Giuseppe Pilato, Vincenzo Peruzza, Rosario Pinto, Nicolò Polizzi, Francesco Spezia, Salvatore Torcivia e Vincenzo Torino. Le indagini sono state condotte dai pm Paolo Guido e Marzia Sabella.

TRAPANI. Dodici anni di reclusione. E' la richiesta avanzata dal pm Andrea Tarondo per l'ex assessore regionale della Sicilia democristiano Francesco Canino, imputato dinanzi al Tribunale di Trapani di associazione mafiosa. Canino, secondo l'accusa, per un ventennio, sarebbe stato a capo di un comitato di affari, stringendo rapporti con boss di primo piano di Cosa Nostra. Il collaboratore di giustizia, Antonino Giuffrè, ha accusato l'esponente politico di essere "nelle mani di Vincenzo Virga", l'ex capomandamento di Trapani. Il processo, cominciato dieci anni addietro, è rimasto fermo per circa 3 anni, a causa delle precarie condizioni di salute dell'imputato.