Il diritto alla salute si costruisce e si rafforza potenziando i servizi e le attività strumentali ma anche con la ricerca. La legge approvata all'Ars, che mi ha visto primo firmatario, assieme a tutto il gruppo dell'Udc, e relatore, apre una nuova fase nella sanità siciliana. Il voto unanime dell'Ars - un ringraziamento va a tutte le forze politiche - ribadisce e conferma l'importanza del lavoro che è stato svolto. Puntando sulla ricerca scientifica si fa un investimento sul futuro. Le nuove norme prevedono un programma triennale ed un fondo per finanziare i progetti. Ci sono dunque le condizioni per fare un passo avanti in un settore strategico della sanità. Senza l'innovazione tecnologica e sperimentale che si esprime attraverso la ricerca la sanità rischia di essere penalizzata e marginalizzata. La nuova legge è anche uno strumento di sana concorrenza perché ci consente di entrare, a pieno titolo, nel “sistema ricerca”. E' una opportunità per tanti giovani ricercatori che potranno misurarsi con le dinamiche degli studi scientifici. Consentiremo, a tanti di loro, di rimanere ancorati alla loro terra, di non disperdere energie, conoscenze, talento, che spesso sono costretti ad emigrare per trovare spazio e considerazione. Le nuove norme aprono anche ad un meccanismo di finanziamento che amplifica le possibilità, con le donazioni, la liberalità ed anche con diverse forme d'incentivazione. La Sicilia può fare un salto di qualità proponendo una sanità più moderna ed efficiente. La politica, almeno in questa occasione, è riuscita a fare la sua parte, dando una risposta concreta e riappropriandosi del suo ruolo.