Un patrimonio del valore di 15 milioni di euro è stato confiscato dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo a un fiancheggiatore di Bernardo Provenzano, condannato per avere, tra l'altro, fatto da postino per i 'pizzini' del boss durante la sua latitanza. Il provvedimento, eseguito dalla Guardia di finanza, riguarda 44 terreni e 4 fabbricati distribuiti tra Corleone e Monreale, tutti riconducibili al settantacinquenne corleonese, arrestato nel 2006 per associazione mafiosa e poi condannato a otto anni di reclusione con sentenza della Corte d'Appello di Palermo del 2008, divenuta definitiva l'anno dopo.
L'uomo, oltre a essere partecipe delle attività di Cosa nostra, secondo l'accusa aveva dato un supporto logistico alla latitanza di Provenzano e ne aveva fatto circolare i messaggi scritti nel periodo in cui si nascondeva nella masseria di contrada Montagna dei Cavalli a Corleone, dove poi fu arrestato. I suoi rapporti con Provenzano risalivano allo storico processo di Catanzaro della fine degli anni Sessanta, dove aveva testimoniato in favore del futuro capomafia.
La confisca ha colpito Bernardo Riina, 75 anni, solo omonimo del boss ergastolano Totò Riina e considerato un uomo di fiducia di Provenzano. Il valore dei beni a lui sottratti è precisamente di 14.827.800 euro.