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04/03/2014 15:38:00

Ieri a Trapani il ricordo di Sodano, il prefetto dell'antimafia

Si è tenuta ieri sera a Trapani una manifestazione in ricordo dell'ex Prefetto Fulvio Sodano, scomparso giovedì a causa di una lunga malattia.Sodano è  stato ricordato con una fiaccolata davanti la sede della Prefettura organizzata dai lavoratori della Calcestruzzi Ericina, l’azienda confiscata al boss Vincenzo Virga che proprio Sodano contribuì ad impedire che tornasse in mani mafiose, e dall’associazione “Saman”. Erano presenti la moglie Maria ed il figlio Andrea, i pm Andrea Tarondo e Sara Morri, il colonnello Fernando Nazzaro, comandante provinciale dei Carabinieri, il responsabile provinciale di Libera, Salvatore Inguì, i familiari di Nino Via. Presenti i consiglieri comunali del Pd e anche il Prefetto Leopoldo Falco. Nel corso della commemorazione è stata data lettura dell’ultima lettera scritta dal Prefetto, fatta giungere agli organizzatori della manifestazione “Trapani dice NO alla mafia” dello scorso 10 gennaio, e poi della lettera dei lavoratori della Calcestruzzi Ericina letta, sabato scorso, durante i funerali del Prefetto a Palermo e, in contemporanea, nel corso del Forum nazionale sui beni confiscati tenutosi a Montecitorio. “Sei stato e rimarrai – recita un passaggio del documento – quel padre che ha avuto a cuore il futuro dei suoi figli e la storia ci conferma ulteriormente che Trapani e tutto il nostro territorio nazionale ha molto bisogno di veri padri. Il seme di speranza impiantato da te nella nostra città di Trapani è diventato per noi, lavoratori della Calcestruzzi Ericina Libera, monito di vita”. E ancora: “Terremo stretta questa nostra felicità nell’averti conosciuto come uno di noi, quel noi a te tanto caro, nel quale intendevi coinvolgere tutti. Ancora oggi nel tuo silenzio, ci parli, ci dai la forza di continuare dicendoci: andate avanti così, figli miei. A tutti noi il compito di continuare a credere nell’affermazione della legalità ora, più che mai, avendo trovato nella tua azione un’ulteriore energia nell’andare avanti. GRAZIE per aver indicato a tutti noi la strada da percorrere”. Questo il ricordo del responsabile regionale di Libera, Umberto Di Maggio:  

Qual è il peso di un uomo dello Stato? Quale quello di uno onesto e coraggioso cittadino che non china il capo ai potenti di turno? Questo peso, in un sabato uggioso di fine inverno palermitano, l’abbiamo portato in spalla dando l’ultimo saluto a Fulvio Sodano. Gli abbiamo detto “arrivederci” mentre a Roma nel suo nome il popolo di Libera di riuniva insieme al Paese migliore: l’Italia delle associazioni, delle cooperative, dei gruppi e delle parrocchie che sudano per gestire al meglio le proprietà sottratte alle criminalità organizzate. Quelle stesse ricchezze che, quel grande Prefetto, voleva ostinatamente ridare alla collettività sicuro che le mafie dovessero restituire il maltolto.

Da qui il suo tenace impegno per la riconversione della “Calcestruzzi Ericina”: un’azienda confiscata alla Cosa nostra trapanese che strappò alle grette consuetudini di un’economia drogata ed assuefatta da egoismi, clientele, nepotismi ed illegalità. Volle frapporsi a mafia e corruzione camminando così a fianco dei lavoratori che hanno poi rilevato, con coraggio e sacrificio, la gestione di quell’azienda tolta alla famiglia Virga. Con loro ha fatto cento e più passi finché la parola “libera”, aggiunta alla denominazione sociale della Calcestruzzi, fu la rivalsa di un intero territorio pronto a riscattarsi dall’infamia criminale.

Era un uomo libero, il Prefetto Sodano. E continua ad esserlo nell’esempio che ha lasciato a tutti noi. La sua memoria non cadrà nell’oblio. Questa terra lo ricorderà nell’impegno civile degli operai di quella stessa azienda che sabato, nella Chiesa commossa, sedevano accanto a cittadini, familiari delle vittime, magistrati, giudici e rappresentanti delle amministrazioni locali. Stretti l’un l’altro al dolore dei familiari ed amici corsi a compiangere un gigante. Quest’estate ai volontari dei campi di E!STATE LIBERI che popoleranno le terre strappate alle cosche parleremo di lui. Lo faremo al presente. E a tutti gli studenti che incontreremo nei nostri percorsi di educazione alla legalità porteremo il più alto dei suoi insegnamenti: le Istituzioni bisogna servirle e non servirsene.

 

Grazie caro Fulvio. Sei vivo, vivo per sempre.