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12/03/2014 11:05:00

L'antipatia Renzi - Camusso e la storia di un conflitto

di Leonardo Agate. Nel disamore che corre tra Matteo Renzi e Susanna Camusso c'è da approfondire. Può essere vero che Renzi non dimentica la presa di posizione della segretaria Cgil a favore di Gianni Cuperlo, candidato alle primarie sconfitto. C'é anche il rapporto privilegiato che il capo del governo ha mantenuto con Maurizio Landini, segretario della Fiom, il sindacato di categoria che tanto filo da torcere ha dato al sindacato unitario. I ricordi, le simpatie e le antipatie contano molto, ma c'é qualcos'altro da approfondire in questo confronto - scontro che si sta acuendo, con la minaccia della Cgil di fare sciopero contro il governo ad appena due settimane dal suo insediamento.
Ci sono due visioni contrastanti del ruolo della politica e di quello dei sindacati. Camusso preferisce dire che é in gioco il rapporto di Renzi con le parti sociali, ma é chiaro che si tratta di un eufemismo per indicare la parte che più le sta a cuore: il suo sindacato.
Secondo la sua tradizione, la Cgil, complice la debolezza della politica, ha condizionato pesantemente i governi. Per certi periodi é stata la longa manus del Pci; in altri ha appesantito il più grande partito della sinistra, che intanto cambiava nome e strategie, con le sue determinazioni. Il massimo della stupidità politica si ebbe sotto le presidenze di Oscar Luigi Scalfaro e di Carlo Azeglio Ciampi, per i quali il consenso dei sindacati su ogni provvedimento importante era il requisito sine qua non. Addirittura fu istituzionalizzata la stagione del consenso sociale, che si può tradurre nel diritto - potere di veto del sindacato su ogni legge. Poiché la classe politica si allontanava sempre più dal Paese, facendo e disfacendo a suo piacimento il presente e il futuro, aveva timore di uno scontro duro con i sindacati. Ne preferiva il consenso, o almeno l'astensione dallo sciopero, per continuare a fare i suoi porci comodi. Il risultato di questa tendenza é stato nefasto. Adesso che non c'è cittadino che non senta la necessità di cambiare il sistema, si può tranquillamente affermare che il consenso sindacale a tutti i costi é stato più pernicioso di un verme in una mela.
il nuovo governo vuole fare in fretta, parla di cambiare il regime con una nuova legge al mese. Da qui all'estate dovremmo diventare un'altra società. Non c'é tempo, e nemmeno convenienza a contrattare ogni riforma con il sindacato, che spesso assume atteggiamenti politici lontani dalla suo originaria funzione. Non sempre le lotte sindacali sono state interamente ancorate alle giuste rivendicazioni sindacali. Spesso sono travalicate nel campo delle decisioni fondamentali per lo sviluppo moderno del capitalismo, nella cui area siamo inseriti.
Camusso espleta il ruolo nella peggiore trazione sindacale. Ogni cambiamento di prospettiva, che metta in primo piano gli interessi della nazione e lascia da parte ubbie vetero - proletarie, non può che esserle ostico e come fumo negli occhi. Ma ormai non ha più la comunità alle spalle. In quest'ultima minaccia di sciopero contro il modo come deve essere tagliato il cuneo fiscale mostra la sua inconsistenza di fondo. Non può far apparire vero quello che vero non é: cé bisogno urgente di una revisione al basso del costo del lavoro, come prima istanza per ottenere maggiore occupazione. Dopo, si potrà pensare a equilibrare gli squilibri stipendiali tra categoria e categoria.