"La crisi ha alimentato la corruzione, anche in Ue, e l'infiltrazioni mafiose nelle opere pubbliche; nonostante un aumento della coscienza civile e dei presidi servono regole più stringenti che oltre a controllare gli investimenti pubblici ne seguano il percorso". Lo ha detto Rosy Bindi, Presidente della Commissione parlamentare antimafia, oggi a Mestre (Venezia), nell'ambito di un incontro con i sindacalisti della Pubblica amministrazione della Cgil. "Abbiamo una buona impronta repressiva - ha detto Bindi - ma siamo fragili in quella preventiva e di monitoraggio degli investimenti". "Ad indebolire il sistema - ha aggiunto polemica - il sistema delle leggi ad personam sulla prescrizione e falso in bilancio che vanno ora modificate". In particolare, per Bindi, quella sulla prescrizione "che di fatto ha reso la corruzione un reato non perseguibile". La Presidente sul fronte mafie ha sottolineato che non è con la "desertificazione della politica" (commissariamenti) che si risolve il problema così come si sono dimostrate infruttuose le "liste bianche" per le imprese (restano terreno per la criminalità organizzata).
"Bisogna controllare gli appalti - ha detto Bindi - i subappalti, le forniture e bisogna poter entrare nei cantieri con un sistema di monitoraggio autentico che veda coinvolti più attori". Bocciato da Bindi il project financing divenuto una "spesa" a carico dei cittadini con concessioni "da percentuali a due cifre" e servizi non rispondenti alle richieste. La vera sfida, per Bindi, è che sia lo Stato a fare le opere limitando la finanza di progetto che negli Enti locali "è dilagante".