"La norma che regola l'accesso ai benefici di legge per i familiari delle vittime della criminalità organizzata necessita di essere 'corretta'". Ad affermarlo è Sonia Alfano, eurodeputata Alde e presidente della Commissione Antimafia Europea e dell'Associazione nazionale familiari vittime di mafia. "Troppi sono i casi - dice Sonia Alfano - in cui i familiari delle vittime non hanno avuto la possibilità, entro 10 anni dalla condanna degli imputati in sede penale, di intraprendere l'azione in sede civile per stabilire il 'quantum' del danno, perdendo così l'opportunità di accedere ai benefici previsti dalla legge 512/99, istitutiva del Fondo di rotazione". "È ciò che è capitato, per esempio - sottolinea Sonia Alfano - ai familiari del giornalista Pippo Fava, assassinato nel 1985". Esiste, infatti, un termine oltre il quale il diritto non è più esercitabile. Su questo Sonia Alfano punta l'attenzione: "Bisogna tenere conto - dice - delle particolari condizioni in cui versano i familiari delle vittime dei reati di tipo mafioso. Per questo faccio appello a tutti i gruppi di Camera e Senato affinché si facciano carico dell'introduzione di una norma di favore che tenga conto delle particolari circostanze in cui i familiari delle vittime di mafia vivono in attesa di vedere riconosciuto il loro sacrosanto diritto alla giustizia".