Le condizioni di salute di Bernardo Provenzano giustificherebbero la revoca del carcere duro: in tre separati pareri, le Procure di Palermo, Firenze e Caltanissetta hanno espresso il loro no alla proroga del 41 bis per il capomafia, ricoverato nel reparto detenuti dell'ospedale di Parma. Provenzano, gravemente malato, e' gia' stato ritenuto incapace di partecipare validamente ai processi e non sarebbe nemmeno in grado di comunicare con l'esterno: da qui -secondo i pm siciliani e toscani- la sostanziale inutilita' della proroga del 41 bis, che serve proprio ad evitare i contatti con l'esterno delle carceri. Un parere negativo era gia' stato espresso dalle Procure l'anno scorso, in attesa della sentenza della Corte europea dei diritti dell0uomo, che sempre nel 2013 aveva poi escluso che vi fosse violazione dei diritti umani di Provenzano. In quel caso la Direzione nazionale antimafia aveva espresso un avviso contrario a quello delle Direzioni distrettuali e aveva chiesto e ottenuto il rinnovo del 41 bis, emesso dall'allora guardasigilli, Annamaria Cancellieri. La proroga del carcere duro viene fatta ogni due anni, dopo l'acquisizione di pareri non vincolanti, chiesti ai magistrati, alle forze di polizia e al Viminale. Si attende ora il nuovo parere della Dna e alla fine l'incartamento verra' passato al nuovo ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che decidera' se prorogare o meno il regime detentivo speciale per Provenzano.