“Dal 2008 sono andati in fumo in Sicilia 160 mila posti di lavoro, il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 21%, quello giovanile il 51,3% e aggiungendo gli scoraggiati si arriva a un tasso di disoccupazione corretto del 34%. I Neet tra il 15 e i 29 anni sono 341 mila e se spostiamo la soglia a 34 anni si arriva a 500 mila”. Sono i dati enunciati da Michele Pagliaro, segretario generale uscente, aprendo a Catania il XV congresso della Cgil siciliana, alla presenza di 319 delegati in rappresentanza di 387.035 iscritti.
“Si aggiungono gli abbandoni scolastici, il 26,5%, e un’emigrazione tra i 15 e i 34 anni che coinvolge ogni anno 12 mila siciliani. Né il calo vertiginoso degli investimenti, – 32% dal 2008 al 2013, fa pensare a una inversione di rotta imminente“. “E’ evidente – dice il sindacalista – che non c’è più tempo da perdere, occorre lavorare per recuperare quante più risorse possibili e investirle nel piano per il lavoro”.
“La situazione ereditata da Crocetta è difficile – specifica Pagliaro – e per cambiarla senza macelleria sociale, come ci è stato promesso durante la campagna elettorale, è necessario il concorso di tutti gli attori sociali che credono nel cambiamento”. Secondo Pagliaro le prime mosse da fare sono il “recupero dell’evasione fiscale, 20 miliardi l’anno, la rinegoziazione col governo nazionale dell’articolo 36 dello Statuto per recuperare parte delle imposte di produzione, la lotta al sommerso e al lavoro nero, che fa venire meno un gettito annuo stimato di circa 800 milioni di euro. Queste operazioni, assieme alla pulizia del bilancio e alle riforme per rendere produttiva la spesa pubblica, efficiente l’amministrazione ed eliminare gli sprechi, a partire dunque dal riassetto degli enti locali, devono potere garantire in primo luogo il cofinanziamento degli interventi europei, e inoltre altri investimenti produttivi”.