Il gup di Palermo Guglielmo Nicastro ha condannato rispettivamente a 12 e 13 anni e 4 mesi Santo Sacco, ex consigliere comunale di Castelvetrano, e Salvatore Angelo, imprenditore, accusati a vario titolo di associazione mafiosa ed estorsione. Furono coinvolti in un'inchiesta che fece luce sugli interessi del clan del boss latitante Matteo Messina Denaro sull'energia eolica. Il processo si è svolto col rito abbreviato. Prescritte, perchè caduta l'aggravante dell'avere favorito cosa nostra, le posizioni di Antonio Nastasi, della moglie Antonia Italia e di Antonino e Raffaella Spallino, imputati di intestazione fittizia di beni. Assolti, invece, Andrea Angelo, figlio di Salvatore, e Paolo Rabito, storico autista dei cugini Salvo, esattori di Salemi vicini ai clan. Il processo è stato istruito dai pm Piero Padova e Carlo Marzella.
L'indagine, che partì nel 2007, scoprì l'esistenza di un'organizzazione in grado di monitorare le opere legate a impianti eolici, fotovoltaici e alle biomasse, mediante il sostegno dell'allora consigliere comunale Sacco. L'esecuzione dei lavori avveniva attraverso una rete di società controllate da Salvatore Angelo. Grazie ad Angelo, l'organizzazione aveva messo le mani sui parchi eolici di «San Calogero» di Sciacca (AG), «Eufemia» di Santa Margherita Belice (AG), Contessa Entellina (PA), «Mapi» di Castelvetrano (TP) e Montevago (AG), nonchè del parco fotovoltaico di Ciminna (PA). Angelo destinava parte dei proventi all'associazione mafiosa, e in particolare al latitante Messina Denaro.