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07/04/2014 05:22:00

L’ente per l’agricoltura siciliana con 25 trattori e 558 trattoristi

 Cinquant’anni fa venne alla luce grazie a una legge del parlamento siciliano con la missione di sviluppare l’agricoltura in Sicilia. Nobile obiettivo, ma non sempre centrato. Infatti, l’Ente di sviluppo agricolo (Esa) negli ultimi decenni è stato etichettato come il carrozzone pubblico dei 558 trattoristi per 25 trattori. Vale a dire, che venivano pagati 22 dipendenti per «guidare» un veicolo.

Sprechi e scandali hanno più volte costellato l’Ente. Per non parlare di denunce penali come quella in corso a causa di una sessantina di dipendenti, a suo tempo inquadrati con un contratto ministeriale, che da tredici anni chiedono la qualifica di dirigente. I funzionari si sentono in una botte di ferro, forti di un parere del Consiglio di giustizia amministrativa, che, in sostanza, ha disposto l’equiparazione dei dipendenti a dirigenti. Parere a cui la Regione fa orecchie da mercante. A difesa dei lavoratori, è sceso in campo il Movimento 5 Stelle, portando la questione sul tavolo dei pm palermitani. Qualora il tribunale dovesse dare ragione al piccolo esercito di dipendenti, questi con la nuova qualifica andrebbero ad ingrassare gli attuali 1.800 dirigenti che ha sul groppone la Regione.

Fino a qualche anno fa, l’Esa costava ai siciliani circa 25 milioni di euro l’anno. Solo il Cda, tra presidente e consiglieri costava 250.000 euro l’anno. E tra dipendenti a tempo determinato e personale stagionale, si contavano 864 lavoratori. E dire che il 18 ottobre 2006, con un ordine del giorno l’Assemblea regionale siciliana approvava la soppressione dell’Ente. Ordine del giorno rimasto agli atti del parlamento. Dal primo gennaio, Maurizio Cimino, è stato riconfermato alla direzione dell’Esa. Per lui un contratto fino al 28 febbraio 2016. Metterà in tasca circa 170 mila euro l’anno (tutto compreso). Cimino porta un cognome noto nella politica siciliana. È cugino di Michele, il parlamentare regionale che ha avuto la ribalta con la «prima» Forza Italia, quella del 1994, quella che ha portato il celeberrimo 61-0. Insomma, un berlusconiano della prima ora, ma che da recente s’è convertito alla rivoluzione di Crocetta. L’Ente al momento è commissariato. Al vertice c’è Francesco Calanna. Un fedelissimo del governatore e simpatizzante del Megafono. Tra le prime grane a cui il commissario ha dovuto far fronte, quella relativa a dei terreni di proprietà dello stesso Esa, e che sarebbero stati sottratti alla Regione da privati. Come dire, oltre la fantasia. Attualmente, fa sapere l’assessore regionale all’Agricoltura, Dario Cartabellotta, all’Esa operano oltre 700 dipendenti, ma solo 300 a tempo indeterminato. Gli altri circa 400 (ex trattoristi)«ora si occupano di bonifica e dissesto idrogeologico». Insomma, la musica sembra cambiata. «Abbiamo già operato una serie di tagli - spiega Cartabellotta -. Oggi il bilancio dell’Ente è di 12 milioni, la metà dello scorso anno. Abbiamo riorganizzato la macchina amministrativa e il personale - conclude - dando vita a nuovi servizi, rispetto a quelli legati a una legge che si rifaceva alla riforma agraria».

Gaetano Mineo  - Il Tempo