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20/04/2014 07:00:00

In memoria di Don Andrea Parrinello, l'ultimo racconto, di Salvatore Lo Grasso

Ultima tappa di questo nostro lungo capitolo dedicato al ricordo settimanale di Don Andrea Parrinello, il grande personaggio sportivo che dal dopoguerra fino agli anni 70 ha rappresentato il principale punto di riferimento per tutti i giovani marsalesi che si sono avvicinati al mondo del calcio creando un vivaio di giovani calciatori che si sono affermati sia nei tornei giovanili che in molte squadre dilettanti e professioniste. Si conclude, dunque, così, con quest'ultimo racconto, il ciclo di testimonianze che in queste settimane abbiamo proposto ai nostri lettori. Il nuovo e ultimo racconto che pubblichiamo oggi fa parte di quella lunga serie che ci ha fornito il comitato nato appositamente e formato da Salvatore Lo Grasso, Emanuele Parisi, Totuccio Cardinale e Rino Bonomo. Le iniziative in memoria di Don Andrea continuano e man mano ve ne renderemo conto, intanto eccovi eccovi, anche per questa domenica, quella di Pasqua, il nuovo episodio: quello di Salvatore Lo Grasso.  Episodio raccontato da Salvatore Lo Grasso nato a Marsala il  14/05/1938. Ha giocato nell’Olimpa dai 1954 al 1957.

Se da oltre mezzo secolo, dal 1949 a oggi, si parla ancora della famosa squadra di calcio dell’Olimpia e del suo fondatore Don Andrea Parrinello, ci deve essere qualche motivo.  Ipotizzando che, se un personaggio per meriti umanitari, culturali o sportivi è ricordato dopo tanti anni da numerose persone, può significare che tale soggetto, durante la sua esistenza sia stato capace di compiere qualcosa di buono. Se poi questo cosiddetto “qualcosa di buono” è stato trasferito agli altri o in particolare alle giovani generazioni, allora il disegno assume la sua forma ben precisa e gli interrogativi trovano una chiara risposta.

Il Signor Andrea Parrinello è stato chi ha dedicato la sua vita alla guida sportiva dei giovani marsalesi; raccomandando loro zelo agonistico, rispetto delle regole e disciplina nei rettangoli di gioco e fuori. Se giocare, quindi, è in sintonia con educare, allora, il cerchio trova la sua quadratura e l’interrogativo, la risposta: FORMAZIONE!  

Il mio grande desiderio, custodito nel profondo del cuore, è stato ed è quello di raccontare l’importante opera sportiva e educativa in favore dei giovani, svolta dal Mister Don Andrea Parrinello. Scriverò, inoltre, una piccola cronaca dell’Olimpia Calcio e dei suoi fantastici risultati sportivi. Narrerò, infine, qualche episodio verificatosi nel periodo trascorso nell’organico della celebre squadra di calcio. L’opportunità di realizzare quanto indicato è stata resa possibile da due ex-giocatori dell’Olimpia Calcio: Nino Russo e Totuccio Cardinale, che ringrazio. Il primo per “l’assist laterale” ricevuto per partecipare alla riunione del Comitato promotore pro- Olimpia e il secondo, che con il suo “passaggio centrale” mi ha spinto verso la porta avversaria: dare inizio, cioè, alla realizzazione del mio sogno.

Decisivo, comunque, è stato Totuccio che, invitandomi a rievocare le nostre memorie e facendo “melina” sull’Olimpia e Don Andrea, ci siamo, persino, emozionati. I ricordi rimasti per lungo tempo nell’archivio del mio cuore, hanno rischiato da invecchiare con me, ma finalmente è esplosa la soluzione.

Il mio personale ricordo del mitico Don Andrea Parrinello è di chi aveva cura dei suoi ragazzi a orario continuato, non esistevano il primo tempo e il secondo e nemmeno i tempi supplementari, la sua disponibilità era scandita nell’intera giornata e nel rispetto prioritario dei doveri dei giovani calciatori, da lui ritenuti valori fondamentali: il lavoro, lo studio, la famiglia e, infine, l’attività sportiva.

Le direttive raccomandate ai giovani dal Mister Don Andrea, riguardanti il buon comportamento nei rettangoli di gioco e il rispetto dell’avversario, ai ragazzi si sono rivelate degli insegnamenti fondamentali anche per la loro vita. Il Mister, inoltre, spesso ricordava allo “spogliatoio” di essere unito, di tenere vivo il concetto di reciproca armonia all’interno della compagine sportiva e di intensificare i legami di amicizia fra i membri della squadra. La quasi totalità degli ex-calciatori delle squadre di calcio coordinate dal Sig. Parrinello, sostengono che hanno adoperato le indicate regole di buona condotta e nel ringraziarlo, attestano, che dal Mister  hanno ereditato oltre agli insegnamenti sportivi anche un significativo patrimonio formativo che, nel trasferirlo dai campi di calcio alla vita reale, hanno ricevuto apprezzamenti.

Durante l’esistenza, Don Andrea, per la sua riservatezza di uomo semplice e modesto, a volte timido, sicuramente avrà provato momenti di sconforto, sopportando in silenzio. La sua presenza terrena non è stata costellata da rose e fiori, non era molto apprezzato come uomo. Le sue particolari caratteristiche d’individuo taciturno, trascurato nell’abbigliamento, di modeste condizioni economiche, forse, disturbavano a qualcuno ma, Don Andrea “si faceva i fatti suoi”. Il mostrarsi in questo modo, alle persone, il Signor Parrinello, appariva scostante, poco socievole, da evitare e forse anche da odiare per effetto degli eccellenti risultati sportivi realizzati dall’Olimpia Calcio.  Si può assicurare, tuttavia, che Don Andrea adorava i suoi calciatori, di contro, però, non era ben visto dagli antagonisti nel torneo di calcio cittadino.  Nessuno però è profeta in patria. Il Mister, infatti, era molto rispettato dai Dirigenti delle compagini avversarie quando, nelle competizioni sportive, incontravano la squadra dell’Olimpia. Senza correre il rischio di esagerare, si può dire che il Mister, per amore del calcio, sorvegliava i ragazzi delle sue squadre, li proteggeva e, nei rettangoli di gioco, li incoraggiava a dare il massimo. Forse, Don Andrea era convinto che i giocatori fossero prossimi suoi parenti, quasi dei nipoti acquisiti, e come tali, aveva il dovere di tutelare.

Un episodio molto singolare e personale credo che renderà evidente la considerevole affettuosità che “Don Andrea” aveva per ragazzi dell’Olimpia.

Di consueto, al termine dell’anno scolastico mi recavo presso la sede dell’Olimpia Calcio per incontrare gli amici della squadra: Mario Vaiarello, Mario Gerardi e Andrea Chirco. Insieme facevamo delle lunghe passeggiate e l’argomento delle nostre conversazioni era il calcio. Sognavamo di affermarci in altri sodalizi sportivi, ma con il trascorrere del tempo e le conseguenti difficoltà incrociate nel mondo del calcio, molti di noi hanno deciso di iniziare un’altra partita: quella della vita.

In una di quelle mattine, nella sede dell’Olimpia calcio, mentre ero in attesa degli amici, accetto da una persona l’invito di giocare a ”briscola”.  Questo individuo, dopo che mi aveva permesso di vincere due partite, mi propone di raddoppiare la posta.  Quando il gioco stava per assumere un imprudente rischio per le mie povere tasche di studente con pochi soldi, interviene Don Andrea e senza indugio ordina a quella persona di ritornarmi il denaro. Subito dopo, Don Andrea, quasi dispiaciuto, mi raccomanda di non cadere più in quel tranello e di conoscere bene le persone. Riflettendo, ricordo Don Andrea e le sue semplici parole molto chiare che mi sono servite d’insegnamento per la scuola di vita che, a proposito della mia giovane età, ero in procinto di iniziare.  

Per esporre la sorprendente storia della squadra dell’Olimpia Calcio, utilizzerò, anche, le fotografie e gli articoli dei giornali di quel periodo.

L’A.S.Olimpia Calcio Marsala è nata nel 1949 da un’eccellente idea del suo fondatore “Don Andrea Parrinello”, il cui domicilio sociale era in Marsala, nella Via Andrea D’Anna n°17/19 e il Presidente era Salvatore Gucciardi. E’ importante ricordare che, già nel 1952, all’A.S.Olimpia era stato affiliato il G.S. Aurora Calcio con la funzione di fucina per la preparazione delle giovani leve da inserire nella prima squadra.

Ecco le prassi del mio “acquisto” da parte dell’A.S.Olimpia Calcio. Dopo le partite di calcio disputate nelle strade e nei piccoli campicelli, iniziavo a partecipare ai tornei di calcio che si svolgevano presso l’Oratorio Salesiano. Nel 1952/1953 ero nell’organico della squadra “Oratoriana Calcio”. Al torneo assistevano diversi spettatori e, in una di quelle partite, nell’Oratorio era presente anche “Don Andrea Parrinello”. A fine gara, costui si avvicina presso di me, manifesta complimenti per il gioco e mi domanda: come mai giochi con queste vecchie scarpe? Confuso, balbettando bisbigliai qualche parola incomprensibile. Per mettermi a mio agio, il Signor Parrinello, mi chiese quale numero di scarpe calzavo e subito aggiunse: la prossima settimana ti porterò le scarpe da calcio.

Così il 20 febbraio 1953, come si vede in una delle mie mitiche fotografie, calzo le famose scarpe da football, un dono speciale e molto apprezzato. Quella domenica molto felice, sognavo già la popolarità ma l’emozione mi ha procurato un brutto scherzo. All’inizio della gara mi tremavano le gambe e nello sviluppo di un’azione della squadra avversaria, rinvio il pallone che, un po’ sbilenco, provoco uno spiacevole autogol. Quella domenica anche se abbiamo vinto la partita, ero molto nervoso. A fine gara, si avvicina verso di me Don Andrea che, con un lieve sorriso manifesta parole di conforto dicendomi: chiunque può commettere un errore durante un incontro di calcio.  Prima di congedarsi, Don Andrea, mi propone: vuoi giocare in una squadra di calcio che disputa il campionato nel campo sportivo di Porta Nuova? Se t’interessa giovedì della prossima settimana, alle ore 15.00, presentati al campo di calcio del “Salato”.  Contento dell’invito, ringraziai il Signor Andrea Parrinello, anche per aver placato la mia rabbia. Con riferimento a quegli anni difficili, Don Andrea, esperto del calcio giocato, fine scopritore di giovani calciatori in erba, si può paragonare a un moderno “Talent Scout”.

Così è nata la storia sportiva di un modesto ragazzo di periferia, la mia storia calcistica che, iniziata nell’Oratorio Salesiano e continuata per alcuni anni nell’organico dell’Olimpia calcio.

Come si può definire, oltre che famosa, la squadra di calcio Olimpia di Marsala? L’unanime convinzione è: “The Legent”. La leggenda del calcio giovanile lilybetano. I giocatori che erano nell’organico dell’Olimpia nel 1952, sembravano dei “Mostri Sacri”! Insostituibili. Il tempo però è tiranno, avanza per tutti, anche per i mitici “En fan prodige” del calcio, per cui l’avvicendamento con i giovani delle future generazioni era pressoché naturale.

I successori dei mitici calciatori siamo stati noi, il sottoscritto e i miei compagni e, possono assicurare, che anche noi abbiamo fatto la nostra parte.

Dal 1952 in poi la squadra dell’Olimpia Calcio non si ferma più, diventa una micidiale macchina da goal. Nei rettangoli di gioco la fantastica squadra accumula primati sportivi, colleziona trofei e si aggiudica anche la coppa disciplina. Fin dalla costituzione l’A.S. Olimpia ha proposto alla ribalta del calcio regionale e nazionale numerosi giovani, persino, nei campi delle serie che contano.  L’Olimpia calcio ha realizzato una bellissima avventura, una grande soddisfazione l’ideatore e fondatore della società Signor Andrea Parrinello e i suoi Collaboratori e una speciale pista di lancio i giovani calciatori.

Rilevante era l’importanza che assumeva, per i ragazzi di quel tempo, l’opportunità di fare parte della squadra dell’Olimpia calcio e indossare quella maglia dal colore verde speranza. E’opportuno, comunque, ricordare bene il passato, per meglio capire le attese dei giovani. Subito si rivedono i danni causati dalla guerra mondiale: la mancanza di generi di prima necessità e la città di Marsala in rovina e paralizzata. Immaginate, quindi, i ragazzi di allora quali incertezze avvertivano sul loro futuro. Non esistevano rettangoli di gioco e nemmeno attrezzature sportive, eccetto “ il muretto e la forca”, piccole opere realizzate da Don Andrea nel Campo vecchio di Porta Nuova. Mancava tutto!… spesso, anche il pane.  Certo i giovani, soffrendo, speravano nella ripresa della bella Italia. Cerchiamo con la fantasia di scoprire uno di quei ragazzi, uno di noi, quando nei primi anni ’50 era selezionato e “cartellinato” da una nota compagine sportiva, che curava i suoi ragazzi, dove i giovani socializzavano fra loro, che dotava i tesserati del necessario per giocare e, perfino, quando le disponibilità di cassa lo permettevano, donava qualche piccolo premio di consolazione. Per quei ragazzi certamente era una grande occasione, era il massimo che potevano desiderare.  I giovani magari, in qualche occasione, si lasciavano andare, costruiscono castelli in aria e volavano alto con la fantasia: se riesco ad ottenere lusinghieri risultati, essere “acquistato” da altre squadre, potrò realizzare il mio sogno di calciatore.   

Lusinghiere affermazioni conquista l’Olimpia calcio nel campionato 1954/55 che coincide con il periodo della mia militanza nell’organico della squadra. L’Olimpia è seconda nella finale regionale.

Un particolare aneddoto è di pertinenza di quella finale regionale, si riferisce alle “modeste risorse economiche” a disposizione dell’Olimpia Calcio. La squadra non era in grado di recarsi in trasferta per mancanza di soldi. Con la collaborazione dei giovani calciatori e la raccolta di fondi da loro eseguita presso i nonni e i familiari, permettono alla squadra di disputare l’incontro di calcio allo Stadio della Favorita di Palermo. In quell’occasione, il Mister Don Andrea, in sostituzione del pranzo, offre ai ragazzi del buon pane e delle patate bollite. Il problema era stato risolto, con la felicità dei ragazzi. L’Olimpia, però, a due minuti del secondo tempo supplementare, subisce un goal ed è eliminata dal torneo. Cerchiamo di capire ora, quanto sarebbe stato grave per i ragazzi, non disputare l’incontro soltanto per deficienze finanziarie. L’amara delusione poteva rimanere nell’intimo dei giovani per tutta la loro vita. Il responso del campo, invece, ha risolto il dubbio. Il grande sogno dei ragazzi era svanito all’uscita dello Stadio e, nonostante lo sconforto, la vita non si è fermata, ha continuato il suo corso.

L’Olimpia nel 1955/56 riconquista il titolo di campione siciliano superando la squadra Libertas Messina per due a uno, con la seguente formazione: Saladino, Di Girolamo, Imperiale, Mostacci, Vaiarello (Cap.), Paladino, Lo Grasso, Bonafede, Gerardi, Costa e Frazzitta e subito é convocata in Puglia per disputare le finali nazionali di calcio nello Stadio “V. Mazzola” di Taranto, contro l’A.S. Pro Italia di Taranto. Ironia della sorte, l’Olimpia, purtroppo, perde l’incontro. Alla fine dei tempi supplementari, con il risultato bloccato sullo zero a zero, la squadra deve lasciare il torneo con l’onore delle armi, perché la regola del “Testa o Croce” con il lancio in aria della maledetta monetina ha decretato la sua esclusione dalle finali nazionali.

Che dire dei numerosi sportivi che seguivano con simpatia la compagine liljbetana ed esultavano per i suoi successi? E’opportuno ricordare che le squadre giovanili di quel periodo, per la scarsità di campi di calcio, giocassero alle ore dieci della domenica mattina, eppure, puntualmente il pubblico era presente per ammirare e applaudire i giovani calciatori dell’Olimpia.

Per loro l’Olimpia calcio rappresentava il Gioiellino liljbetano preferito. Spesso oltre mille spettatori dagli spalti del Campo Sportivo della Vittoria di Porta Nuova, assistevano e ammiravano la squadra che lottava nel rettangolo di gioco e realizzava strepitosi successi.

A distanza di sessanta anni dalla mia entrata nell’organico della squadra- 1954/2014 – mi è doveroso esprimere particolari ringraziamenti al Signor Andrea Parrinello, fondatore dell’A.S.Olimpia, ai suoi Collaboratori e a tutti gli amici della compagine calcistica per la opportunità concessami di giocare nella favolosa formazione dell’Olimpia Calcio e successivamente in altre Società di calcio: Aspri Fulmine, A.S.Partanna, Società Sportiva Menfi e Partinico Audace.

Marsala, 11 Aprile 2014                                                                   Lo Grasso Salvatore