di Leonardo Agate Il monumento a Garibaldi a Marsala é stato segnato da un brutto destino. E meno male che, una decina di anni dopo la posa della prima pietra da parte di Bettino Craxi con la cazzuola in mano, le disavventure di Tangentopoli frenarono i finanziamenti del completamento. L'opera in se stessa, progettata dall'illustre Architetto marsalese Emanuele Mongiovì, era degna di tutto rispetto: una nave con i mille che sbarca a Marsala, come cent'anni prima realmente avvenne. In marmo pregiato ed imponente, il Duce Garibaldi sulla prua, le alte vele spiegate che si sarebbero viste da Favignana. Tutto bello, davvero bello il progetto, che si può vedere ancora al Comune. Un solo errore, ma fondamentale: la localizzazione del monumento. Chi percorre la via Garibaldi, scendendo da via Mario Rapisardi verso l'Arco di Porta Garibaldi vede, come hanno visto sempre i viandanti precedenti, la fascia di mare azzurro inquadrato dall'Arco. Che il tempo sia bello o il mare sia grosso e scuro per la tempesta, é uno spettacolo indimenticabile, cui noi marsalesi siamo adusi, e non ci facciamo più caso perché l'abbiamo dentro. Ma se ci dovessero togliere quella vista, sarebbe come se ci strappassero parte di noi stessi, e non sarebbe più quella la Città, non saremmo più noi.
Garibaldi e suoi Mille avventurosi e coraggiosi meritano un più grande monumento, che non sia il mezzo busto del Generale a Porta Nuova. Ma non gli si può concedere tanto quanto ne verrebbe a noi di danno. La localizzazione del monumento progettato da Mongiovì avrebbe dovuta essere spostata o a destra o a sinistra dell'asse via Garibaldi, Arco borbonico, via Scipione l'Africano con il mare in fondo. Purtroppo é andata male. La prima pietra fu posta nel luogo esatto dove, se la base esistente venisse sopraelevata, occuperebbe di cemento parte della nostra anima. Allora, speriamo che non si trovino mai i soldi per sopraelevare l'opera. Che si sistemi l'esistente, e nessuna sovrastruttura venga aggiunta, nemmeno l'asta di una bandiera. Ho letto di una possibile sovrastruttura in metallo e cavi illuminati con luci potenti nella notte. Se ciò avvenisse, nonostante le luci, calerebbe un fitto buio nella nostra identità.
Ho sentito la voce rassicurante del Sindaco, On. Giulia Adamo, che si batte per conservare la tradizione del centro storico, pur tra errori e incomprensioni. Stavolta voglio sperare che usi il suo potere per il meglio: per non fare, in questo caso, piuttosto che per fare. I veri marsalesi gliene sarebbero riconoscenti.
Peraltro, sarebbe una forzatura del destino, dalla quale non può venire che male, spendere ancora soldi per il completamento di un'opera che é innaturale in quel posto. Iniziata trent'anni fa, non é stata assistita dalla buona sorte, direi per la buona stella dei marsalesi. Che qualcosa di sbagliato stesse sorgendo insieme all'opera iniziata, s'é anche capito dalla controversia avvenuta tra il Demanio Marittimo e il Comune, quando furono guardate le mappe catastali delle rispettive proprietà. Insomma, è un'opera sorta sotto mali auspici. Come se la natura stessa e le complicazioni provvidenziali si fossero opposte ad un abuso. Che il monumento resti incompiuto é un atto di rispetto alla Città.