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30/06/2014 13:00:00

La Sicilia tra le 5 mete turistiche euroee più gettonate dai winelovers

 La Sicilia è tra le mete più suggestive e gettonate a livello europeo come luogo di vacanza agreste, dove oltre alla bellezza del paesaggio, ai monumenti, alla storia conta anche l’offerta del territorio in quanto espressione di cultura enogastronomica.

A farsi interprete di questo suggerimento è Trip Advisor, il portale che si occupa di viaggi, soggiorni, ricerche di hotel, ristoranti e proposte low cost. Il suggerimento è formulato sulla base delle considerazioni di Travelers choiche effettuate dal portale tra i vacanzieri dediti ai piaceri della gastronomia e amanti del cibo e del buon vino. Ebbene, da questa particolare classifica emerge che la Sicilia risulta essere una delle destinazioni preferite dai winelovers in Europam dove il turismo del vino è un fenomeno da tempo molto diffuso. Tra le aree geografiche di maggior fascino e attrazione ci sono, infatti, la Champagne e il Bordolese in Francia, la Rioja e Madera in Spagna, la valle del Duoro in Portogallo e lunghi tratti della valle del Reno tra Germania e Austria.

A quando una carta dei servizi univoca?

Anche in Italia il fenomeno ha grande seguito, facilitato dall’indubbia attività e promozione che dagli anni Novanta del secolo scorso svolge la rete delle “strade del vino” di per sé connesso al Movimento del turismo e del vino, sorto da una geniale intuizione di Donatella Cinelli Colombini nel 1993. Da allora, molta strada è stata fatta sui diversi fronti della comunicazione della tavola mediterranea e made in Italy.

Solo di strade del vino, si calcola che a oggi in tutta la Penisola ve ne siano più di 150 ufficialmente costituite, che coinvolgono 1.500 comuni, 400 vini con denominazioni di origine, 3.500 aziende agricole.

Le regioni più gettonate sono la Toscana, che vanta una lunga storia in questo senso, seguita da Emilia Romagna, Veneto, Puglia, Sicilia e diverse altre ancora. Ovunque è un fenomeno positivo, anche se sulle cifre d’affari è meglio sorvolare, poiché si leggono e ascoltano in giro valori privi di qualsiasi riscontro oggettivo. A questo proposito sarebbe anche ora di mettere un po’ di ordine, istituendo una sorta di albo che contempli parametri di classificazione riconoscibili, con tanto di carta dei servizi Sicilia Vigneto e Fichi d'Indiache le aziende debbono garantire all’utente viaggiatore.

Tornando alla Sicilia come luogo ambito dai turisti che cercano il contatto diretto con la natura, la vita in campagna, non può passare sotto silenzio la pesante contraddizione che esiste tra preferenze, da un lato e la reale permanenza di vacanzieri nell’isola, dall’altro.

In un articolo postato il 17 giugno scorso da “TerraNostra”, il presidente di Blues & Wine Soul Festival, Joe Castellano, animatore da una dozzina d’anni di eventi musicali corali in tutta l’isola, denunciava l’assurdo abisso che c’è tra il numero (10 milioni) di vacanzieri che nel 2013 hanno pernottato a Formentera (Spagna) e quelli (900mila) contati in tutte le isole minori siciliane: un rapporto di 12 a 1 (uno) che fa piangere la borsa e alimenta tristezza nel vedere un’amministrazione che, pur avendo un’assegnazione finanziaria cospicua di 2 miliardi di euro da utilizzare per promuovere iniziative legate alla cultura, all’arte, alla musica, alla tavola del territorio, tra il 2007 e il 2013 ne ha speso solo 195 milioni.