La Sicilia ha perso 1.433 imprese del commercio nei primi 5 mesi del 2014 stando al saldo di aperture e chiusre che risulta da un'elaborazione dell'Osservatorio Confesercenti su dati Unioncamere per analizzare gli effetti della liberalizzazione delle aperture nel commercio, introdotta due anni fa dal "Salva Italia" del governo Monti, rivelatasi inefficace tanto che il settore ha perso tra il 2012 e il 2013 oltre 100mila posti di lavoro. "La liberalizzazione -dice il presidente di Confesercenti Sicilia Vittorio Messina- avrebbe dovuto stimolare la concorrenza, favorire nuova occupazione e rilanciare consumi attraverso l'incremento delle occasioni di acquisto per le famiglie italiane. Invece, come ha rilevato Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti, l'intervento non ha raggiunto alcuno dei tre obiettivi: nel biennio in cui e' stato in vigore la spesa delle famiglie e' crollata come non mai nella storia della Repubblica italiana, mentre i posti di lavoro offerti dal settore, sotto forma di occupazione dipendente ed indipendente, sono diminuiti drammaticamente. Ha ragione Bussoni -conclude Messina- quando dice che bisogna subito fare un passo indietro tornando alla regolamentazione degli orari dei negozi perche' e' una scelta necessaria, che garantisce un'equa concorrenza fra le diverse forme distributive".