Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
02/09/2014 06:00:00

Trapani, il patto tra il Pd e Nino Oddo. Cosa c'è dietro? Tranchida e Orrù alzano la voce

 Sembrava il tavolo verde di un giro di briscola in cinque, o del più ardito gioco d'azzardo della "bestia". Era il tavolo nel quale, qualche giorno fa si sono fatti immortalare i vertici del Pd trapanese e "il" vertice del Psi locale, l'asso pigliatutto Nino Oddo, per un "patto federativo". Che i due partiti siano vicini, è logico. Che Nino Oddo partendo dallo zero virgola nulla elettorale abbia racimolato adesioni in tutti i consigli comunali della provincia (tre consiglieri solo a Marsala, per dire) pure. Ma perchè un patto? E chi lo ha deciso? E' quello che si chiedono in molti. Cosa c'è dietro l'accordo del Pd con Nino Oddo? Sicuramente delle strategie provinciali per le elezioni a Marsala e Campobello. E poi? Si pone la questione per primo il Sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, che di Oddo è la nemesi politica. I due non si possono vedere e non se lo mandano a dire. Giacomo Tranchida dà voce a chi da tempo sostiene che la “rottamazione” renziana qui “ha cambiato tutto per non cambiare niente”. E’ di questi giorni la notizia di un patto federativo tra Pd e Psi. A non tutti è risultato gradito già solo per il fatto che non è partito dal basso: “E’ tempo di “rivoluzioni” ma dal basso! E’ tempo di un “patto federativo” fra persone perbene e volenterose innanzitutto, trasversale nelle logiche politiche così come in quelle socio-economiche. E’ tempo di “alzar la voce” e direttamente, senza deleghe permanenti, affrontare e con grande energia le questioni aperte e richiamare alla proprie responsabilità ogni livello di governo istituzionale e politico”. E continua: “La politica deve fare un passo avanti, ma a servizio delle città e delle comunità e non certo avere la presunzione di collocare propri lacchè e portaborse ovunque. Occorre cambiare verso, cominciando dal basso, insieme ed in tanti, in maniera trasparente ed inequivoca, trasversale se vogliamo, nella sottoscrizione attiva di un Patto Federativo di azioni ed iniziative, determinanti e a tutela ed in favore delle nostre comunità”.  “E’ tempo –  conclude Tranchida – non di fare un nuovo partito, ma giocarsi una partita nuova che, per quanti hanno l’onere oltre che l’onore di amministrare le proprie comunità, non può che essere quello di amministrare al meglio e militare con energia a servizio del loro primo partito: i cittadini ed il bene comune, anche oltre i confini di casa propria, della propria città, della propria comunità. Chi ci sta non abbia remore a farsi pubblicamente avanti rispondendo a questo appello”. 

Anche Pamela Orrù, senatrice solitamente riservata, dice la sua: "Alla luce del patto federativo sancito in settimana tra PD e PSI, apprendo che la linea politica provinciale del Partito segue la direzione già democraticamente tracciata da tempo dal Partito Democratico del Comune Capoluogo.
Tuttavia auspico che la genesi di nuovi percorsi politici che abbia refluenze immediate e future su tutti i circoli della provincia sia intrapresa in una ottica di sinergia con tutti i territori e con tutti i livelli di rappresentanza, rendendoli fattivamente partecipi. Pertanto, qualsiasi iniziativa destinata a produrre effetti politicamente rilevanti deve essere valutata attraverso un sano, costruttivo e democratico confronto negli organismi preposti, al fine di consolidare una sempre maggiore, chiara ed efficace unità d’intenti all’interno del nostro partito.
La crescita di questo territorio è legata a doppio filo al presente ed al futuro prossimo del Partito Democratico. Solo un PD che, pur nel rispetto delle diverse anime culturali e di pensiero che lo compongono, segue un cammino democraticamente unitario, può ergersi a fattivo e credibile interlocutore rispetto alle non più procrastinabili esigenze di sviluppo della nostra provincia".