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07/09/2014 06:20:00

Dopo il Passitaly l'alberello pantesco può diventare patrimonio Unesco

Pantelleria, isola tra terra e mare, tra natura e cultura, ha accolto per 5 giorni oltre 50 giornalisti provenienti da più di venti nazioni, 40 produttori di vino e istituzioni nazionali e regionali per mostrare e raccontare alcuni degli aspetti più belli dell'isola, da quelli più conosciuti, come le produzioni di vini passiti naturali e dei capperi panteschi, a quelli meno noti, come i siti archeologici di epoca fenicia e romana. Una manifestazione che per la sua prima edizione ha potuto contare sulla presenza di Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, di Luca Bianchi, Capo Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca, e di Donato Lanati, considerato uno dei più grandi enolgi a livello mondiale.

“Abbiamo accolto la stampa nazionale e internazionale – afferma Salvatore Gino Gabriele, Sindaco di Pantelleria – per raccontare la storia, lo stile di vita e le produzioni di questa isola situata tra l'Europa e l'Africa. Desideravamo far conoscere le reali e autentiche potenzialità di questo territorio che ha raggiunto la fama mondiale grazie alle produzioni di Passito e al turismo di alto livello. Ma Pantelleria è in grado di offrire ancora di più di quanto conosciuto fino ad oggi a livello internazionale; c'è infatti un patrimonio storico e culturale enorme e una varietà di produzioni agroalimentari assolutamente caratterizzanti e legate alle coltivazioni e alle varietà autoctone”.

Nel corso delle quattro giornate di Passitaly, giornalisti e turisti sbarcati sull'isola per l'occasione, hanno avuto modo di partecipare ad un calendario fittissimo di appuntamenti: degustazioni tematiche, show cooking e visite guidate ai siti archeologici come l'acropoli di San Marco e Santa Teresa per scoprire l'architettura paesaggistica dell'isola dominata dai terrazzamenti e dai dammusi.

Passitaly è stata anche un'occasione di confronto tra le produzione di vino dolce naturale autoctone e quelle provenienti dal Mediterraneo. Due degustazioni tecniche, riservate alla stampa accreditata per la manifestazione, hanno consentito un confronto diretto tra tutte le migliori produzioni di vini naturali dolci dell'aerea mediterranea.

"Pantelleria – dichiara Ezechia Paolo Reale, Assessore Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea - è un simbolo importante della civiltà della vite in tutta l'area del Mediterraneo. Un sistema produttivo in simbiosi con la natura che ha modellato il paesaggio ma anche l'identità culturale di questa isola che ha sempre avuto nell'agricoltura e nel contadino di Pantelleria il suo baricentro. Per queste ragioni l'unicità di questo contesto produttivo sarà uno degli elementi fondanti della Sicilia all’Expo del 2015”.

 

“Passitaly ha un valore strategico - dichiara Antonino Di Giacomo, Commissario straordinario dell'IRVO - per l’isola di Pantelleria e per la Sicilia intera. Con questa manifestazione intendiamo sottolineare l’importanza della viticultura eroica praticata sull’isola, un modello integrato che coinvolge tutte le altre attività economiche che hanno fatto la storia pantesca: la coltivazione del cappero, il sistema dei dammusi e la produzione dell’uva passa. Il messaggio che intendiamo lanciare si rivolge innanzitutto alle aziende, dal piccolo contadino al grande marchio, perché intensifichino lo sforzo di unità e di collaborazione tra loro. Da questa unità potrà nascere una nuova stagione di sviluppo sostenibile per l’isola che, con l’auspicato riconoscimento dell’Unesco, potrà trovare un nuovo e importante slancio.

A fine novembre la commissione di valutazione dell’Unesco dovrà esprimersi se accordare o meno il riconoscimento o meno all’alberello pantesco. Per la prima volta questo organismo è chiamato a inserire tra i beni immateriali dell’Umanità non un monumento o un luogo, ma una pratica agronomica. L’iscrizione darebbe finalmente il giusto valore a una delle espressioni più antiche dell’agricoltura mediterranea e nuova linfa al faticoso lavoro dei produttori.

Largo spazio anche alla cucina pantesca, autentica espressione di quella dieta mediterranea tanto celebrata. Un ricco programma di laboratori, degustazioni e show cooking hanno portato in scena le migliori produzioni pantesche grazie al coinvolgimento dei ristoratori e titolari di botteghe e piccoli produttori. Tra questi anche molti giovani, a riprova del forte richiamo che Pantelleria esercita sulle nuove generazioni.

“Il nostro Istituto – sottolinea Lucio Monte, Direttore dell’IRVO della Regione Sicilia – è al fianco di quanti su Pantelleria continueranno a coltivare lo zibibbo e a produrre uno dei vini simbolo del Mediterraneo, il passito di Pantelleria. Per il futuro è sempre più forte la consapevolezza di dover puntare nella qualità di questa produzione in modo da potere trovare una nuova capacità di remunerare il lavoro del contadino. L’obiettivo di rilancio dell’alberello pantesco passerà infatti anche attraverso l’inserimento di questa cultura agricola tra i beni tutelati dall’Unesco. E’ importante – conclude Lucio Monte – che le nuove generazioni ritrovino a Pantelleria l’orgoglio di una produzione che vanta secoli di storia con nuove motivazioni di natura economica ma anche identitaria”.