di Leonardo Agate - Il consiglio comunale ha approvato la Tasi (tassa servizi indivisibili) nella misura dell'1,50 per mille, molto bassa. Le decisione del consiglio avrebbe potuto essere diversa, tanto che il commissario regionale, Giovanni Bologna, aveva proposto il 2,50 per mille. Da questo punto di vista i cittadini potranno essere contenti. Non ci sarà inasprimento fiscale. Ma le altre conseguenze della decisione faranno sentire presto i loro effetti. Si dovrà infatti approvare il bilancio di previsione, e l'entrata derivante dalla Tasi non consentirà di essere larghi nelle spese. Anzi costringerà a tagliare spese in quei settori in cui finora non si é fatto.
Il comune avrà quest'anno un'entrata in meno di cinque o sei milioni di euro. Non una bazzecola. Cinque milioni in meno sono determinati dai minori trasferimenti statali, un milione da probabile diminuzione di trasferimenti regionali. Se, eventualmente, la Regione dovesse di nuovo accreditare il milione, che si dice non accrediterà, il disavanzo da coprire sarà di 5 milioni di euro. L'ha detto Nicola Fiocca, responsabile della Ragioneria. La parola magica cui si ricorre in questi casi é una locuzione inglese, diventata usurata per l'eccessivo e inconcludente uso: "spending review" - ormai pure chi non conosce bene l'italiano la usa - e che corrisponde alla nostra chiarissima locuzione "taglio delle spese". E qui cominceranno i dolori, dopo la gioia che la Tasi é stata tenuta al minimo.
Cinque milioni sono un bella cifra. Dove di potranno recuperare? A parte il tanto decantato "taglio delle spese", potrebbero venire dalla vendita di immobili comunali inutilizzati. Ma da alcuni anni si tenta di vendere, per esempio, Villa Damiani, senza risultati. Un altro recupero potrebbe venire dal far pagare a tutti le bollette dell'acqua, con pronta chiusura dei rubinetti di chi non paga. Si potrebbe anche scoprire gli utenti che non sono nemmeno registrati come utenti e che utilizzano abusivamente la rete idrica. Si potrebbe spegnere parzialmente l'illuminazione pubblica, lasciando acceso un punto luce su due. Si potrebbe recuperare, a carico dei responsabili, funzionari comunali e amministratori vecchi e nuovi, le somme che sono state pagate dal comune come debiti fuori bilancio, quando nella maggior parte dei casi si é trattato di debiti concretizzati da inefficienze degli uffici comunali o da azzardi degli amministratori. Finora non ho visto nessun caso, su mille osservati, di un debito fuori bilancio pagato in seguito a decreto ingiuntivo, messo a carico dei responsabili del danno. Il Consiglio, sia pure con ritardo, ha sempre ritenuto che il danno era causato dal destino turpe e infame, e quindi ha fatto pagare a Pantalone.
Si potrebbe ancora contrattare con Aimeri, che gestisce il servizio rifiuti, un compenso minore, ma ciò andrebbe a scapito della pulizia della città.
Qualche altra cosuccia si potrebbe fare, ma difficilmente si arriverebbe a pareggiare i 5 milioni che verranno meno. E si torna allora al fatidico "taglio della spesa". Quale? Quella per gli stipendi del personale é obbligatoria e non si può toccare. Nemmeno si può toccare l'altra dei compensi agli amministratori, che loro stessi hanno stabilito nei limiti della legge. Bisognerà, allora, gioco forza, diminuire l'assistenza sociale e i servizi di manutenzione del patrimonio comunale, per esempio le vie, che già non brillano di buona manutenzione, o gli edifici scolastici, che sono tradizionalmente bisognevoli di lavori.
Si potranno ancora diminuire i contributi a enti e società, ma non saranno importi incisivi. Anche qualche festa in meno si potrà fare, ma non basterà a coprire il disavanzo.
Di fronte al rebus del "taglio delle spese", che é la madre di tutte le speranze, ne vedremo delle belle nelle settimane che precederanno la prossima approvazione del bilancio di previsione. I consiglieri che prendono voti nel settore degli assistiti faranno guerra e fuoco contro i tagli in quel settore. E così gli altri consiglieri per altri settori.
Ne vedremo delle belle, e sentiremo anche molte balle.