Dopo la condanna in primo grado per violenza privata, percosse e minacce, un’altra tegola giudiziaria si abbatte sul Sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi. La Corte dei Conti lo ha condannato, in appello, a risarcire allo Stato i soldi dal Sindaco indebitamente spesi per le sue “allegre” consulenze. Già in primo grado il Sindaco era stato condannato, l’11 Luglio 2013. Ha fatto appello, e lo ha perso. Deve al Comune di Mazara del Vallo 82.945, 32 euro. Nella stessa sentenza è stata confermata l’assoluzione per il ragioniere capo del Comune di Mazara del Vallo, Antonino Ingargiola. La procura regionale presso la Corte dei Conti aveva esercitato l’azione di responsabilità nei confronti del Sindaco a seguito di una segnalazione del Collegio dei Revisori del Comune per il mancato conseguimento degli obiettivi del patto di stabilità per l’anno 2008 e la violazione del divieto di procedere, nell’anno successivo, ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo. La legge è molto chiara: se il tuo Comune viola il patto di stabilità, non può dare consulenze. Cristaldi ha fatto lo gnorri. E adesso paga. Come accade spesso, però, nelle vicende relative ai politici che sperperano il denaro pubblico, la Corte dei Conti, in sede di appello, è stata generosa con il Sindaco di Mazara e gli ha fatto uno sconto enorme, perchè la Procura aveva calcolato consulenze illegittime per 360.000 euro.
E Cristaldi come reagisce? Dice che la colpa non è sua, ma del Sindaco che fino al 2009 lo aveva preceduto, Macaddino. Il ragionamento, singolare, viene reso ancora più esplicito da uno degli uomini più di fiducia di Cristaldi l’assessore al Bilancio, Bilardello: “Certamente è un paradosso che un Sindaco venga condannato quale conseguenza di scelte politiche che violerebbero quello che il suo predecessore non è stato in grado di raggiungere come obiettivo: rispettare il patto di stabilità. Ed è ancora più incredibile il fatto che il Sindaco Nicola Cristaldi condannato dalla Corte dei Conti abbia nel corso del suo mandato rispettato sempre il Patto di stabilità interno”.
Una difesa un po’ banale. “In presenza del mancato raggiungimento degli obiettivi del Patto di stabilità – si legge nella sentenza, infatti – l’instaurazione di rapporti di lavoro, di qualunque natura e durata determina, di fatto, la violazione di un divieto espressamente posto dalla legge, con la conseguente responsabilità in ordine alle relative illegittime assunzioni”. La legge è legge. Non è che c’è la legge e poi c’è Cristaldi…
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