Il Consorzio del porto di Trapani lancia un allarme sul Posto di Ispezione Frontaliera, il "Pif". Il «Pif» viene utilizzato per la vigilanza e il controllo veterinario sui prodotti di origine animale che arrivano al porto di Trapani.
Dallo scorso 15 luglio la struttura, che si trova nella stazione marittima, non è più attiva per decisione del Ministero della Salute. Il vecchio «Pif» è andato avanti per 20 anni, ma le norme europee hanno richiesto la realizzazione di una nuova struttura.
Le opere nel nuovo posto d'ispezione frontaliera, vicino alla banchina Isolella, dovevano essere realizzate entro lo scorso 31 marzo. Il Ministero ha accordato una prima proroga fino al 15 maggio. Poi, alla richiesta di una seconda proroga al 31 agosto ha detto no e a metà luglio ha sospeso ogni attività di vigilanza nella sede della stazione marittima. Gli operatori si sarebbero potuti rivolgere al «Pif» di Palermo e il suo direttore - secondo quando stabilito dal Ministero - dovrà verificare sul completamento della nuova struttura trapanese. Da qui la nota del presidente del Consorzio del porto Andrea De Martino che è sul tavolo dei parlamentari nazionali e regionali del territorio e su quelli del sindaco di Trapani e di Erice. Chiamati in causa anche il commissario del Libero Consorzio di Trapani, il comandante della Capitaneria di porto e il direttore dell'Agenzia delle Dogane. Nell'elenco pure l'associazione «Insieme per il territorio» (Confindustria e sindacati) che viene invitata a «istituire un tavolo tecnico-istituzionale per monitorare costantemente gli avvenimenti». Ecco la nota di De Martino:
All’interno del Porto di Trapani, in alcuni locali convenientemente attrezzati della Stazione Marittima, da oltre 20 anni, opera un Posto di Ispezione Frontaliera del Ministero della Salute, utilizzato per la vigilanza ed il controllo veterinario sui prodotti di origine animale, provenienti da Paesi terzi.
L’attività del PIF di Trapani ha consentito, all’interno del Porto del capoluogo, un traffico mercantile molto importante legato sia al commercio internazionale del tonno, realizzato con navi portacontainer, sia all’import di variegati prodotti animali, provenienti dai Paesi del Nord Africa.
Un punto di riferimento fondamentale, pertanto, non solo per gli imprenditori che nel settore operano, ma anche per l’intera economia del porto e, dunque, della città e del suo hinterland.
La necessità di realizzare una nuova sede in linea con le direttive dell’Unione Europea ha spinto alcuni operatori portuali ed imprenditori trapanesi, in sostituzione degli Enti locali interessati, ad investire propri fondi nella realizzazione di nuovi locali presso la banchina Isolella.
Una nuova sede che, per convenzione, dovrà essere consegnata ed affidata, in via del tutto gratuita, al Ministero della Salute.
La prima data stabilita dal Ministero entro la quale si sarebbero dovute completare le opere necessarie alla sua realizzazione è stata il 31.03.2014.
Nel mese di aprile, vista la complessità della struttura e su richiesta della società trapanese il Ministero ha accordato una breve proroga dei termini fino al 15.05.2014.
Nei primi di giugno, a causa di difficoltà tecniche e burocratiche, dall’azienda è stata chiesta un’ulteriore proroga, presumendo come termine ultimo per la consegna il 31.08.2014.
Il Ministero della Salute, stavolta, “ha ritenuto non più ulteriormente procrastinabile” la data di conclusione dei lavori della nuova struttura e a decorrere dal 15 luglio, ha addirittura sospeso l’attività di vigilanza e di controllo veterinario del PIF di Trapani nella vecchia sede della Stazione Marittima.
Disponendo, ancora, che il servizio sarebbe potuto riprendere solo quando il Direttore del PIF di Palermo, “competente anche per le attività del PIF di Trapani”, avrebbe verificato il pieno completamento della realizzazione della nuova struttura, nonch´ il possesso di tutti i requisiti igienico sanitari e delle attrezzature necessarie.
E che, per non interrompere il flusso commerciale dei prodotti animali, gli operatori interessati si sarebbero potuti spostare in altri porti nazionali, quali, ad esempio, “il porto di Palermo”.
Dalla data di sospensione del servizio, i lavori nella nuova sede della banchina Isolella sono proseguiti ininterrottamente e, di fatto, ad oggi, sono ultimati. La nuova struttura è quindi, pronta alla consegna.
Mancano solo gli allacci idrici, fognari, elettrici e telefonici che comunque dovrebbero essere di competenza dell’Ente gestore e, dunque, del Ministero.
La decisione del Ministero della Salute colpisce l’attività del PIF nel momento più delicato, cioè nel passaggio tra la vecchia e la nuova struttura, interrompendo di fatto il traffico delle navi commerciali del pesce nel porto di Trapani.
Senza tener conto della gravissima ricaduta economica e occupazionale sull’indotto collegato, del collasso finanziario dei gestori dei magazzini doganali di temporanea custodia dei container e delle agenzie marittime.
Perciò, perch´ sospendere il servizio del PIF a Trapani?
Non si poteva prorogare per qualche altra settimana la vigilanza ed il controllo veterinario nella vecchia struttura, affinch´ si portassero a termine tutte le opere nella nuova sede?
Si sta cercando, forse, di spostare anche il traffico del tonno, legato per tradizione secolare al porto di Trapani, verso il porto del capoluogo siciliano?
In ossequio, dunque, alla nostra funzione e alla nostra missione di tutela degli interessi del Porto di Trapani e delle attività ad esso correlate, al fine di salvaguardare lo sviluppo del territorio, inteso come reale garanzia dei posti di lavoro, rivolgiamo un accorato appello agli Enti, alle Istituzioni ed a tutti i Rappresentanti Politici locali, affinch´ venga compiuta qualsiasi azione per la riapertura immediata del PIF di Trapani nei locali della Stazione Marittima per consentire il trasferimento del servizio nella nuova struttura.
Chiediamo, altresì, all’Associazione “Insieme per il Territorio” di istituire immediatamente un tavolo tecnico-istituzionale per monitorare costantemente gli avvenimenti affinch´ quanto sta accadendo non finisca nel solito dimenticatoio dove terminano, abitualmente, per apatia, tutti i problemi della nostra città.