Ancora un procedimento penale a carico del 34enne agente di commercio marsalese Antonio Ignazio Correra. Già condannato in primo grado a un 1 e 4 mesi di carcere per ricettazione di due assegni rubati (quelli dati a Bellitteri e Sieri, poi accusati di usura ed estorsione) e a 8 mesi per calunnia, nonché sotto processo con l’accusa di aver commesso una lunga serie di truffe, adesso Correra è indagato anche per evasione fiscale. Gli si contesta un’evasione d’imposta irpef di oltre 173 mila euro. L’accertamento è relativo ai redditi dichiarati per il 2008 in qualità di titolare dell’omonima ditta individuale con sede in via Verdi. A Correra è stato notificato l’avviso conclusioni indagini preliminari, atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Dalla data della notifica, l’indagato ha venti giorni di tempo per rendere dichiarazioni o documenti a sua difesa. Anche questa inchiesta è stata condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura. A coordinare le Fiamme Gialle è stato il sostituto procuratore Nicola Scalabrini. La condanna per ricettazione fu inflitta a Correra, in maggio, dal giudice monocratico Faillaci. I fatti risalgono a fine aprile 2008. Il 29 aprile, Correra, dopo avere consegnato due assegni (per un totale di 30 mila euro) ad Antonino Salvatore Sieri, si reca dai carabinieri e denuncia lui e Massimo Bellitteri per usura ed estorsione. I due verranno, poi, arrestati. Il processo è ancora in corso. Appena un giorno dopo la denuncia presentata ai carabinieri, Correra si reca in commissariato e alla polizia denuncia lo smarrimento dei due assegni dati a Sieri. Per questo motivo scatta l’accusa di calunnia. Sieri si costituì parte civile. E proprio a quest’ultima il giudice Riggio, condannando, in luglio, Correra a 8 mesi, ha riconosciuto un risarcimento danni di 1500 euro. Appare, quindi, sempre più controversa la figura del 34enne agente di commercio e imprenditore del settore fertilizzanti, che da un canto manda sotto processo due persone (Massimo Bellitteri, difeso dagli avvocati Salvatore Fratelli e Antonella Barraco, e Antonino Salvatore Sieri, difeso da Paladino) accusandole di avergli prestato denaro a tasso di usura e dall’altro si trova egli stesso imputato in vari processi. Ancora in corso quello per una serie di presunte truffe di notevoli proporzioni ai danni di imprese che producono concimi e imprenditori.