Condanne (tre) e assoluzioni (due) nel processo scaturito dall’indagine sulla gestione della casa di riposo per anziani “Villa Royal”, una struttura che (prima in contrada Dammusello e poi a Cardilla) avrebbe operato “abusivamente” anche come casa di cura. La pena più severa (un anno e mezzo di carcere) è stata inflitta, per sequestro di persona, abbandono di incapaci e casa di cura abusiva, alla 48enne Vita Maria Rallo, mentre è stato assolto da ogni accusa il marito, Baldassare “Enzo” Genna, 53 anni, assistente capo di polizia in servizio al locale Commissariato (poi sospeso dal servizio), per il quale il pm Giulia D’Alessandro aveva invocato la pena più severa: quattro anni di reclusione. A otto mesi, invece, per sequestro di persona, è stato condannato Giuseppe Genna, 54 anni, fratello di Baldassare, e ad un’ammenda di 4 mila euro a Danilo Genna, 22 anni, ritenuto colpevole del reato di casa di cura abusiva e per le contestazioni contravvenzionali. Assolto, infine, il 25enne Christian Genna. I due giovani sono figli della coppia Baldassare Genna-Vita Maria Rallo. Per i tre condannati la pena è sospesa. Il giudice monocratico Roberto Riggio ha condannato la Rallo e Giuseppe Genna a risarcire (con ammontare da quantificare in sede civile) sia l'Asp che le parti civili, molto probabilmente la Procura impugnerà la sentenza, ritenendola troppo mite. I reati a vario titolo contestati, oltre a sequestro di persona e abbandono di incapaci, erano maltrattamenti, somministrazione di farmaci guasti o non adeguati alle patologie, esercizio abusivo della professione sanitaria (prestate cure e terapie senza autorizzazione), abusivismo edilizio. A difendere gli imputati sono stati gli avvocati Diego Tranchida, Edoardo Alagna e Luigi Pipitone. Al termine della sua requisitoria, il pm D’Alessandro aveva chiesto quattro condanne e un’assoluzione: quattro anni di carcere, come detto, per Baldassare Genna e per la moglie Vita Maria Rallo, e tre anni per il fratello Giuseppe Genna. I tre, l’11 ottobre 2010, erano stati posti agli arresti domiciliari. Furono allora denunciati Christian e Danilo Genna. Danilo Genna era l’amministratore della “Farida”, la società che gestiva “Villa Royal”, che all’inizio del 2010 (dopo l’ordinanza di sgombero, firmata dal sindaco, della struttura di Dammusello) traslocò in una villa in contrada Cardilla. Per Danilo Genna il pm aveva chiesto un anno di reclusione, mentre per Christian è stata invocata l’assoluzione. Nella struttura di contrada Cardilla i militari della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura, che ha svolto l’indagine, fecero irruzione il 23 febbraio 2010, trovando circa 25 ospiti (il Suap aveva concesso autorizzazione per nove), alcuni non autosufficienti, con problemi psichici e in pessime condizioni igieniche. “Gli anziani - dichiarò, dopo gli arresti, il procuratore Alberto Di Pisa - di notte venivano chiusi nelle loro stanze, che solo la mattina successiva venivano ripulite dagli escrementi”. Gli ammalati gravi, e ormai in fin di vita, “di notte venivano, inoltre, abbandonati in attesa del loro decesso”. In altri casi, invece, gli anziani sarebbero stati “lasciati cadere dal letto, ferendosi”.
ap