Come mai un documento di fondamentale importanza ai fini difensivi non è stato presentato subito da chi vi aveva interesse, ma a processo abbondantemente in corso? E’ questo l’interrogativo che ha spinto il sostituto procuratore Antonella Trainito, pm nel processo in corso davanti il Tribunale di Marsala a due poliziotti del Commissariato di Mazara (il sovrintendente Vito Pecoraro, di 52 anni, e l’assistente Vincenzo Dominici, di 45, accusati di omissione d’atti d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico in concorso) a incaricare due consulenti, un chimico e un ingegnere informatico, di stabilire se una relazione di servizio presentata dagli imputati a loro discolpa è stata redatta in data successiva a quella riportata nel documento. Quest’ultimo, infatti, seppur decisivo ai fini del giudizio, non è stato prodotto dalla difesa subito dopo l’avviso conclusioni indagini preliminare, notificato ai due imputati nell’aprile 2013, ma solo in fase dibattimentale, nell’udienza dello scorso 30 giugno. Ai due poliziotti si contesta il fatto di non avere adottato alcuna sanzione (né sequestro, né multe) dopo avere fermato, ad un posto di blocco, un’auto (Fiat Panda) priva di copertura assicurativa, non revisionata e su cui gravava anche un fermo amministrativo da parte dell’Agenzia delle Entrate. Alla guida c’era il mazarese Vittorio Misuraca, in quel periodo sottoposto a indagini da parte dei carabinieri, che sul mezzo avevano piazzato una microspia. Questa registrò anche la contestata “omissione d’atti d’ufficio” sulla quale, poi, ha indagato la sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala, coordinata da Alberto Di Pisa. L’episodio contestato risale al 19 aprile 2012. E questa data risulta in calce nella relazione di servizio, a firma di Pecoraro e Dominici, nella quale si legge che l’auto di Misuraca, soggetto noto alle forze dell’ordine, fu fatta proseguire perché i poliziotti sapevano che i carabinieri vi avevano piazzato una microspia. Sugli accertamenti disposti dal pm, i due consulenti della Procura, il chimico Vincenzo Nicoli e l’ingegnere informatico Giovanni Casano, riferiranno nell’udienza del 27 ottobre. Casano, in particolare, all’indomani dell’udienza del 30 giugno, ha esaminato i computers del Commissariato di Mazara per accertare l’eventuale presenza di files o frammenti di files, e la data di creazione, riconducibili alla relazione di servizio che i due imputati dicono di avere redatto il 19 aprile 2012. Per accertare, inoltre, se risponde a verità, come dichiarato da un poliziotto (il sovrintendente Antonio Sorrentino) che spesso polizia e carabinieri informalmente si scambino informazioni sui soggetti intercettati, verranno ascoltati anche due ufficiali che tra il 2012 e il 2013 hanno comandato la Compagnia di Mazara (i capitani Carmelo Rustico e Marco Angeli) e l’ex dirigente del commissariato mazarese Francesco Palermo Patera, attualmente in servizio alla questura di Trapani. A difendere i due poliziotti è l’avvocato trapanese Giuseppe De Luca.
Titolare ditta autotrasporti condannato a 9 mesi per occultamento di scritture contabili
Gaspare Stampa, 48 anni, titolare di una ditta di autotrasporti, è stato condannato dal giudice monocratico Roberto Riggio a nove mesi di reclusione (pena sospesa) per occultamento e distruzione di scritture contabili. L’imputato è stato difeso dall’avvocato Salvatore Fratelli. Secondo l’accusa, Stampa, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto o al fine di consentire ad altri l’evasione o per ottenere indebiti rimborsi, avrebbe distrutto o occultato, in tutto o in parte, le scritture contabili di cui è obbligatoria la conservazione. Secondo la Guardia di finanza, l’intento sarebbe stato quello di impedire la ricostruzione dei redditi e del volume d’affari. L’imputato è stato, comunque, assolto “per non aver commesso il fatto” per gli anni 2006, 2007 e fino al maggio 2008.