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16/10/2014 06:15:00

Entra nel vivo il processo per abuso d'ufficio a Ciro Caravà. Falso: assolto Di Girolamo

 Con la deposizione dell’avvocato Maria Laura Passanante, uno dei due principali testi d’accusa, è entrato nel vivo, davanti il Tribunale di Marsala (presidente del collegio è Sergio Gulotta), un processo che per abuso d’ufficio vede imputati l’ex sindaco di Campobello di Mazara Ciro Caravà e altre 12 persone (funzionari comunali e tecnici privati). Secondo l’accusa, Caravà e i funzionari comunali coinvolti, nel 2008, avrebbero consentito - con una concessione edilizia su un progetto che non sarebbe stato conforme allo stato dei luoghi - che Salvatore Cappellino, proprietario del terreno, potesse realizzare delle opere ricadenti in parte su un terreno non di sua proprietà, ma di Maria Laura e Gaspare Passanante, che sono fratello e sorella. Con Caravà, alla sbarra sono anche Francesco Giuseppe Gentile, dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Campobello, il responsabile del procedimento e componente della commissione edilizia Giorgio Gurrieri, il progettista Andrea Moceri, i componenti della commissione edilizia Agostino Montalto, Pietro Antonio Greco, Stefano Tramonte e Gioacchino Drago. Caravà, inoltre, assieme ad altri funzionari, avrebbe provocato, sempre secondo l’accusa, un ‘’ingiusto danno’’ ai Passanante per la mancata realizzazione di opere edilizia. L’ex sindaco, infatti, avrebbe chiesto al funzionario competente di non rilasciare la concessione edilizia per il completamento di alcune opere e il tecnico avrebbe sottoscritto l’ordinanza di sospensione dei lavori. A Caravà viene, infine, contestato anche un tentativo di concussione, in quanto, secondo l’accusa, nel 2009, avrebbe chiesto ai Passanante di ritirare la querela. In cambio, lui avrebbe fatto rilasciare la concessione edilizia richiesta. A difendere gli imputati sono gli avvocati campobellesi Giuseppe Pantaleo e Biagio Di Maria e i castelvetranesi Giovanni Lentini e Giuseppe Ferro. Alla prossima udienza, il 12 novembre, verranno ascoltati Gaspare Passanante e un consulente del pm.

Ex promotore finanziario Mediolanum assolto dall’accusa di falso
Il giudice monocratico Faillaci ha assolto (‘’per non aver commesso il fatto’’) il 40enne ex promotore finanziario della Banca Mediolanum Giacomo Di Girolamo dall’accusa di falso. Secondo l’iniziale ipotesi d’accusa, nella pratica per un finanziamento (18 mila euro) chiesto alla Consel avrebbe falsificato la firma dell’ex moglie. Fu quest’ultima a denunciare il Di Girolamo. Il Tribunale ha, quindi, disposto una perizia calligrafica (effettuata dall’esperta Anna Rita Costantino) dalla quale, sottolinea l’avvocato difensore Ignazio Bilardello, è emerso ‘’che la firma in calce al documento non era stata apposta da Di Girolamo’’. A invocare l’assoluzione è stato, infatti, anche il pubblico ministero. Su Di Girolamo, comunque, ancora incombe la ‘’spada di Damocle’’ di un altro ben più grave procedimento. Quello che lo vede accusato di appropriazione indebita e truffa aggravata in concorso.