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16/10/2014 06:25:00

Ecco com'è nato tutto. La storia del nuovo Tribunale di Marsala

Realizzare opere pubbliche in Italia, e in particolare in Sicilia, è una faticaccia. Questo si sa. Ma l’esempio lampante è la realizzazione del nuovo Tribunale di Marsala. Progetti, ricerca di fondi, varianti, gare, osservazioni, l’inizio dei lavori, la realizzazione dell’opera. E poi, se tutto va bene, non ci sono intoppi vari, la messa in funzione dell’opera. Ora, al nuovo Palazzo di Giustizia manca l’ultimo passaggio di un iter durato 10 anni. Manca l’entrata in funzione. Eppure è lì, pronto, il nuovo Tribunale. Ma per “inadeguatezze” strutturali non è partito il trasferimento. La Procura, il Tribunale, gli uffici amministrativi, l’ufficio Gip, gli archivi, la cancelleria. Sono ancora tutti là, in piazza Borsellino. Lo abbiamo raccontato in questi giorni, ogni giorno, su www.tp24.it. Abbiamo detto che la città non può più aspettare un’opera indispensabile, costata 14 milioni di euro. E’ l’ultima occasione per questa città di inaugurare un’opera pubblica del genere. Opera frutto di un iter travagliato che nel maggio 2012, prima della fine del suo mandato, l’ex sindaco Renzo Carini ha ricostruito in una sorta di “memoriale” inviato al ministero della Giustizia anche in risposta alla richiesta del dicastero di via Arenula sullo stato dei lavori al nuovo tribunale.
E' cominciato tutto  tra il 2003 e il 2004. Il progetto definitivo del nuovo palazzo di Giustizia è stato approvato dalla Conferenza di Servizi il 5 maggio 2004. Si parla di progetto definitivo, non esecutivo. Per quello di dovrà spettare la gara d’appalto che ha visto vincere l’Ati con capogrupo Iride Srl.
Negli anni seguenti c’è tutta una serie di riunioni in conferenza di servizi per delineare il progetto esecutivo redatto dall’impresa appaltatrice. Progetto esecutivo che viene sottoposto all’esame della commissione circondariale di manutenzione nel giugno 2006, dall’architetto Mariano Tornatore che aveva illustrato tutte le modifiche al progetto definitivo, compresa la sopraelevazione della metà del “Corpo A” della struttura destinata alla Procura per adibilro ad uffici del tribunale. Da qui cominciano le osservazioni dei vari presidenti del Tribunale.
Al progetto il Presidente del Tribunale dell’epoca evidenziava l’insufficienza delle stanze da adibire a uffici amministrativi e la mancanza dell’autorimessa. Nei mesi successivi sono state fatte le modifiche al progetto, e nuove planimetrie sono state portate al vaglio della commissione. Nel gennaio 2007 vengono approvate in conferenza di servizi tutte le modifiche che sono state apportate al progetto, anche su indicazione del dirigente amministrativo del tribunale, che in particolare chiedeva 16 stanze e due aule di udienza.
Bene, si può cominciare.
I lavori partono il 3 agosto 2007, l’anno dopo verrà il ministro Alfano a dare la benedizione. Posa la prima pietra, che prima non è, e il rinfresco e tutta la cerimonia costa 20 mila euro. E’ una festa.
Poi, nel marzo 2009 a due anni dall’inizio dei lavori, e dopo che erano state eseguite le opere strutturali di degli edifici per Tribunale e Procura, il nuovo presidente del Tribunale, Mario D’Angelo, evidenzia alcune carenze nelle aule di udienza, l’ascensore, archivi e locali per gli uffici giudiziari. Allora, si legge nella relazione, il Comune “considerato che non erano state ancora eseguite le strutture portanti del corpo C ha sospeso l’esecuzione di tale corpo al fine di poter reperire nuovi fondi” per soddisfare, almeno in parte, le richieste di D’Angelo. Sono stati chiesti soldi al ministero. Ma niente, i fondi erano esauriti. Era il settembre 2009. E di nuovo nel febbraio 2010 è stato chiesto un finanziamento di 2 milioni di euro per il completamento dell’intervento. Ma di nuovo nessun finanziamento. Tutto ciò mentre l’impresa appaltatrice aveva manifestato l’urgenza di completare i lavori. Si riprende, seguendo il progetto esecutivo approvato per evitare richieste di risarcimento dall’impresa. Nel luglio 2011 poi la commissione circondariale di manutenzione ha chiesto al Comune di Marsala di “trovare opportune soluzioni che consentissero di adeguare o integrare il progetto alle osservazioni del presidente D’Angelo del marzo 2009”. Dopo un mese un altro presidente del tribunale, Raimondo Genco, rappresentava le anomalie evidenziate da D’Angelo dichiarando di dover intervenire con varianti al progetto. E ancora il mese successivo c’è un nuovo presidente del Tribunale, Gioacchino Natoli, che sollecita nuove soluzioni “alla disfunzionalità delle aule di udienza”. Sono 5 le aule di udienza su cui si concentra il direttore dei lavori Calogero Baldo, e si pensa di operare con una ridistribuzione degli spazi interni. Ma il dirigente amministrativo del tribunale denunciava, ancora una volta, la mancanza di spazi per gli uffici amministrativi del Tribunale. Per il progettista Mariano Tornatore gli spazi previsti erano sufficienti e altre 10 stanze potevano essere ricavate sezionando con pannelli divisori gli “ampi spazi esistenti”. Una soluzione non condivisa, però dal dirigente amministrativo. Sono fasi convulse, in cui si cerca, con planimetrie stese sul tavolo di trovare una soluzione. Il Responsabile unico del Procedimento, l’ingegnere Gianfranco D’Orazio del Comune di Marsala, evidenzia che non è possibile operare la ridistribuzione degli spazi ipotizzata prima perchè sarebbe stato “stravolto il progetto esecutivo”. Gli interventi ammissibili per D’Orazio possono riguardare una migliore distribuzione delle 5 aule di udienza e riassegnando gli spazi tra Tribunale e Procura o dividendo con pannelli gli ampi spazi esistenti. Al Procuratore non andava però a genio la nuova ridistribuzione degli spazi, mentre era d’accordo sulla condivisione dell’autorimessa con il Tribunale.
In commissione ci pensano e ci ripensano. Poi viene fuori l’idea di mettere tre aule di udienza al piano terra e due al primo piano. La commissione circondariale di manutenzione a quel punto “ritiene di non dover esprimere alcuna valutazione”, e decide di trasmettere la soluzione proposta dal Comune alla Corte di Appello e al Ministero di Giustizia dichiarando “esaurito il proprio compito”. Si cerca allora di redigere una perizia di variante distributiva delle aule di udienza nei limiti di spesa del quadro economico. Questa rimodulazione delle 5 aule ha comportato, a conti fatti, una spesa aggiuntiva nei lavori di circa 155 mila euro. Il presidente del tribunale poi aveva proposto di trasferire nei nuovi locali gli uffici della Procura, del Giudice di Pace e del N.E.P.. Proposta non condivisa dal procuratore Alberto Di Pisa che invece voleva che si trasferissero gli uffici del tribunale ad eccezione delle cancellerie e del gip e delle aule di udienza presenti nella vecchia sede e anche della sezione di Polizia Giudiziaria e gli uffici dell’area penale del tribunale. Per il Comune la “problematica della non funzionalità espressa dal Presidente del Tribunale e dal Dirigente amministrativo si limita alle sole aule di udienza e alla mancanza di soltanto 10 vani per il personale amministrativo. Per l’amministrazione Carini gli adeguamenti fatti alle aule di udienza seguendo le esigenze mostrate in Commissione andavano bene. Erano più che sufficienti. Anche per liberare dagli affitti che il Comune paga con i suoi uffici dislocati.
Adesso è venuto fuori che ci sono ancora delle resistenze al Trasferimento. E il comitato si è riunito in questi giorni per trovare una soluzione. Si va verso l’incarico a un team di esperti nell’edilizia giudiziaria. Oppure ci si trasferisce a metà.