di Leonardo Agate - Non ho visto smentite dell'ex sindaco Giulia Adamo riguardo all'appoggio che il comitato "Per Marsala" le vuole dare, riproponendola a modello di buona amministrazione. Ognuno può pensarla come vuole, e le madri degli imbecilli sono sempre incinte.
Ho visto invece, su TP24.IT, che l'ex sindaco si è presentata al commissario regionale, Giovanni Bologna, per un colloquio. Il sindaco non più sindaco perorerà la causa del niet al porto di iniziativa privata, legato alla società Myr, e solleciterà lo scorrimento veloce del percorso procedurale per la conclusione dell'iter del porto pubblico, tanto a lei caro.
Poiché la signora Adamo insiste ad apparire pubblicamente, fiancheggiata dal nuovo comitato che a lei fa riferimento, e dopo una momentanea eclisse si ripropone in tutta la sua capacità, deve consentire senza isterica rabbia che ci sia qualcuno che le faccia le pulci.
Ci vuole del coraggio, da parte della signora, per riprendere la via della ribalta, dopo i danni alluvionali che ha arrecato alla città in due anni di amministrazione. Il coraggio, bisogna riconoscerlo, ce l'ha. Le mancano il buon senso e la serena accettazione del triste declino. Affari suoi, che diventano affari nostri quando vuole rientrare in gioco e indirizzare la politica, dalla quale per fortuna una sentenza l'ha esclusa.
Il precedente sindaco, Renzo Carini, lasciò a lei una eredità ricca di prospettive. Lei dilapidò tutto, in quattro e quattr'otto, spinta dalla nevrotica avversione al parente - marito di sua cugina - che non ha voluto farsi condizionare nell'azione politica. Onore a Renzo Carini, che ha saputo allontanarla dalle decisioni, come non hanno saputo fare i consiglieri di maggioranza e nemmeno quelli dell'opposizione, finché é rimasta sul più alto scranno del Quartiere.
Lo scopo principale dell'azione politica di Giulia Adamo sindaco é stato quello di bloccare ogni iniziativa avviata dal familiare - avversario, in modo da non dovergliene attribuire la paternità. Così, la pratica dell'utilizzazione dell'idroscalo militare, con i capannoni di Nervi, che era sul punto di concludersi al Ministero con una concessione al comune, si arenò inspiegabilmente. Così, l'acquisizione al patrimonio comunale della vasta area del vecchio deposito di munizioni lungo la via Dante Alighieri, che Carini aveva avviato a prossima conclusione, si bloccò senza ragioni.
I lavori del porto pubblico, la cosiddetta messa in sicurezza, erano dati dalla signora Adamo per cosa fatta, ma tra mancanza di finanziamento, carenze e falsità progettuali, di cui si sta curando la magistratura penale, sembra essersi inabissato prima di posare la prima banchina.
Gli altri nuovi lavori portuali da realizzarsi dalla società privata che erano al punto da definirsi con la firma della convenzione, che avrebbe consentito l'inizio dei lavori, sono stati da Adamo rallentati, con il rischio che il comune sia condannato al risarcimento dei danni verso la società. L'ammontare del danno potrebbe essere di milioni di euro.
Spero che il commissario regionale per quanto in suo potere sciolga i nodi che ancora non permettono di far partire ai lavori del porto privato. Per quanto riguarda la messa in sicurezza del cosiddetto porto pubblico, se ci si può arrivare a realizzarli, ben vengano pure loro, ma mi sa che ancora la magistratura vorrà metterci il becco.
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