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28/10/2014 14:50:00

"I fiureddri": le edicole sacre del centro storico di Marsala

 di Petronilla Russo e Leonardo Agate   " I fiureddri" (le edicole sacre, nicchie, tabernacoli e cappelle) nel centro storico della nostra città rappresentano atti di devozione e sono intimamente legati alla personalità storica e religiosa della nostra comunità. Rappresentano noi nel tempo, nella parte più religiosa. Ce ne sono decine, e la maggior parte sono in stato di completo abbandono. Non ci vorrebbe molto per restaurare quelle ancora recuperabili. Le altre potrebbero essere rinnovate dai nostri artisti. Eppure a nessun amministratore cittadino é venuto in mente di farlo fare. Pronti a spendere l'ira di Dio per feste dal dubbio valore, hanno sempre trascurato questo patrimonio civile e sacro che, se ben curato, renderebbe molto più belle le nostre vie. Ci sono stati casi di privati che, abitando vicino alle edicole, o con le edicole sulla facciata della loro abitazione, hanno provveduto a proprie spese a curarle, e ci mettono  periodicamente i fiori.  Ma si tratta di casi isolati, la maggior parte delle edicole muore di dimenticanza.

 In via San Lorenzo ce n'é una  di marmo policromo e ferro, contenente un dipinto su tela di Maria Santissima Addolorata, del XVIII secolo. Inserita su una parete di casa abbandonata, é come un gioiello abbandonato ai porci.

 In via Salvatore Angileri,  un tabernacolo in tufo, ceramica e ferro mostra una stampa della Madonna della Cava del XIX secolo. La scritta é stata trafugata.

 Sempre in via Salvatore Angileri, un tabernacolo in tufo intonacato contiene una stampa, ma sta andando in rovina.

 In via XIX Luglio, all'angolo nord - est del quadrivio con la via che sale al Castello e l'altra che scende alla Loggia, una cappella  risalente al 1630 contiene un'altarino  con Santa Oliva e la Madonna della Cava dipinte su rame. E' per fortuna curata, pensiamo dai proprietari degli edifici sovrastanti e adiacenti.

 In via Sanclimenti, dentro un elegante tabernacolo la Madonna del Paradiso, olio su tela, del 1740, speranzosa aspetta chi se ne ricordi. Eppure il vescovo di Mazara, Giuseppe Stella, concesse per sempre  40 giorni di indulgenza "a chi di voi anime reciterà una Salve a questa sacra immagine..."

 In via Mario Rapisardi, sotto una nicchia abbandonata il vescovo di Mazara Ugo Papé di Valdina decretò nel marmo "40 giorni di indulgenza a quelli che diranno un'Ave".

 In via Vivona, Gaspare Licata, pasticcere notissimo negli anni  '50, fece edificare una nicchia contenente il Sacro Cuore di Gesù, scultura in gesso policromo, invocando, come si legge  nella scritta, "protezione nel mio lavoro". Il contenuto della nicchia é stato trafugato. Resta la scritta.

 In via Sant'Antonio, sulla parete ad angolo di un'abitazione ben tenuta,  in un tabernacolo la Sacra Pietà, affresco della metà del '500, sembra ormai irrecuperabile-

 Affascinante e discretamente curato - sempre dai privati, pensiamo - il tabernacolo sul lato sud di via Grazia vecchia. Vi é contenuta una scultura in marmo di Malta rappresentante la Madonna SS.ma di Trapani, del 1772. Anche qua Ugo Papé di Valdina, vescovo di Mazara, stabilì nel marmo quaranta giorni di indulgenza "a chi reciterà un'Ave Maria", ed altri 40 "a chi reciterà un Pater Noster innanzi al bambino".

 Abbiamo ricordato soltanto una parte delle circa 30 opere devozionali presenti nel centro storico. Abbiamo inteso dare un esempio del tesoro artistico - religioso che progressivamente si perde, e in parte potrebbe essere ancora recuperato. Gli amministratori comunali eletti dai marsalesi non ci hanno mai pensato. Che ci possa pensare, con poca spesa e tanto merito, il commissario regionale, Giovanni Bologna?