di Leonardo Agate - Il sindaco di Siena ha chiesto l'intervento dello stato per rimettere a posto le finanze dissestate di MPS (Monte dei Paschi di Siena). L'Istituto bancario da tempo é in difficoltà. Le inchieste giudiziarie hanno scoperto l'allegra amministrazione dei vertici e le fregature per gli azionisti. Quasi incredibile, ma molto italiano, che l'istituto é targato rosso, cioé di sinistra, nel senso che rossa é la città che lo ospita, Siena, rossa é la regione, la Toscana, rossi sono stati gli amministratori e i vertici, messi là dai rossi che erano al governo della regione e della città. Questo non da ora, ma da sempre, da quando c'era il Pci, poi divenuto Ds, ora denominato Pd.
L'allegra amministrazione, che sempre la sinistra ha denunciato come il male dei capitalisti, allegramente ha dissipato il patrimonio della banca, tra le più antiche. Ora che un alto controllo ne ha certificato la fragilità, che la esporrebbe a rischi di insolvenza, gli amministratori pensano di fare una ricapitalizzazione, e il sindaco di Siena chiede allo stato di intervenire per rendere meno precaria la situazione dei risparmiatori.
Di questi interventi dello stato nell'economia, ne ho piene le tasche. Hanno tamponato i problemi, e a medio o lungo andare hanno aggravato la situazione generale del paese. Si é pensato di salvare qualcosa, ma si é trasferito il danno con gli interessi a tutti i contribuenti.
Il sindaco di Siena ha fatto il suo dovere, se così si può dire. Ha fatto quello che tutti i sindaci hanno sempre fatto quando scoppia nel loro territorio un frangente che interessa un numero consistente di persone, sia un'alluvione, sia un'emergenza industriale, sia, come nel caso MPS, un accidente societario. Poiché i voti alle elezioni amministrative vengono presi in tutti gli strati della popolazione, se una parte non inconsistente di quella popolazione si trova in difficoltà bisogna aiutarla. L'aiuto servirà a chiedere il voto. Nulla da eccepire. Il discorso fila ed ha la sua antica logica. Ma all'altro capo del telefono del sindaco - mettiamo che abbia telefonato al ministro o al presidente del Consiglio - dovrebbe stare, a tutela della nazione, una persona di tal fatta che dovrebbe rispondere al sindaco: "Caro sindaco, se MPS é messa male, talmente male che le proprie forze non bastano a rimetterla nella fascia di sicurezza, io non posso darvi che la mia solidarietà umana, ma non posso trasferirvi denaro pubblico. Specialmente di questi tempi di vacche magre, con il debito miliardario che tutti assieme abbiamo, non possiamo agevolare rientri bancari creati dall'insipienza e dal ladrocinio degli amministratori. Anche se ci potranno rimettere i piccoli risparmiatori della banca, non possiamo intervenire, altrimenti, per un criterio di equità, dovremmo farlo tutte le volte che piccoli agricoltori o piccoli industriali, o piccoli commercianti o artigiani si trovassero in difficoltà per cattiva gestione della loro attività". Questo sostanzialmente dovrebbe rispondere il ministro o il presidente del Consiglio al sindaco di Siena che gli chiedesse aiuto per MPS. Spero che questa sia la risposta, ma ne dubito, visto quante altre volte lo stato é intervenuto per tutelare situazioni particolari, di poca rilevanza sociale in rapporto all'unità dello stato, addebitando a se stesso, spesso per motivi clientelari, spese che automaticamente si sono trasformate in imposte e tasse a carico di tutti i contribuenti, anche di quelli che con quel disastro e con quel risanamento non c'entravano un tubo.
leonardoagate1@gmail.com