Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
04/11/2014 06:35:00

Giustizia. Saladino (Anm Marsala): "Con riforma Renzi minata indipendenza dei giudici"

Anche i magistrati di Marsala alzano la voce e vogliono far sapere cosa ne pensano sulla riforma della giustizia, in vista dell’assemblea generale che si terrà a Roma, il 9 novembre. In questa vicenda tutto sembra ridursi alla battuta, che invece è molto seria, di Matteo Renzi sulle ferie dei magistrati. Sembra che i problemi della giustizia in Italia possano risolversi eliminando la settimana di ferie dei magistrati. Marcello Saladino, magistrato a Marsala e referente dell’Anm, cosa c’è che non va in questa riforma?

Abbiamo cercato di spiegarlo. Ci spiace dover constatare che questa riforma ci toglierà dei giorni di ferie, ma non inciderà nulla sull’arretrato nella giustizia che si dice di voler aggredire con questa riforma. Durante il periodo di sospensione dei termini processuali, il legislatore ha pensato di dare un po’ di tregua alle attività legali che essenzialmente sono fatte dai difensori nell’interesse del cittadino perchè in quel periodo è un po’ più complesso svolgere attività. Allora si cerca di dare al difensore, nell’interesse del suo assistito, la possibilità di organizzarsi e di fruire di quel termine di sospensione. E’ bene ricordare che in questo periodo di 45 giorni, i termini che riguardano i magistrati per il deposito di provvedimenti continuano a decorrere. Quindi è sbagliato dire che abbiamo 45 giorni di ferie. Basta solo questa osservazione per dire che non cambia nulla nell’ottica della produttività dei magistrati.

Per il Governo siete poco produttivi.

Ma non è così. La magistratura italiana è la più produttiva d’Europa, ci sono osservatori internazionali che lo dicono, i dati si possono trovare anche su internet. Questo dovrebbe far capire che c’è un problema di sistema nella produttività che riguarda la giustizia. Chiama in causa noi come Paese. Noi magistrati ci prendiamo già le nostre responsabilità. Ma ci piacerebbe sentire discutere di questioni della giustizia tenendo sempre la barra dritta su quelli che sono gli interessi del cittadino, che non deve essere preso in giro.

Al di là delle ferie c’è un aspetto più importante che emerge in questo dibattito che riguarda la responsabilità civile dei giudici. Si va verso un sistema in base al quale un cittadino rischia di essere meno tutelato se contro un grande nome, un potente insomma. E di conseguenza anche il giudice è meno libero.

Uno dei cardini del nostro sistema democratico è l’articolo 3 della costituzione che individua il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Sembra un patrimonio ormai acquisito. Ma questa uguaglianza viene resa possibile e concretamente attuata attraverso tanti istituti del nostro ordinamento che vanno tutelati tutti i giorni. L’indipendenza e l’autonomia della magistratura, che è essenziale per il principio di uguaglianza, è un bene che va preservato. Se vogliamo una società giusta e non sperequata proprio nel momento di massima tensione, quando ci sono controversie tra cittadini, bisogna avere la certezza che il giudice sia terzo, imparziale e sereno di non subire alcuna ripercussione per la sua decisione, qualunque essa sia. La nuova legge sulla responsabilità civile dei giudici corre il rischio di alterare questo meccanismo.

Perchè?

Nelle controversie c’è sempre una parte in causa che viene dichiarata in torto. Se questa dovesse essere un grande potentato economico, un soggetto di rilievo dal punto di vista dell’economia nazionale o internazionale, e le si dà la possibilità di citare direttamente il giudice per l’esito della sua decisione si corre il rischio di alterare i meccanismi di funzionamento della giustizia. Il giudice non è che si comporterà in maniera paurosa, ma probabilmente, anche inconsciamente, sarà meno libero. L’indipendenza passa anche per la serenità del giudice. Anche il profilo economico si riflette sull’indipendenza del giudice. Gli stipendi sono paramentrati sulla base di scatti automatici perchè non si può mettere un potere dello Stato a trattare con un altro potere per quella che è l’indipendenza economica. I meccanismi sono anche analoghi qui. Il giudice deve essere tutelato dallo stato, per la sua indipendenza, nell’interesse del cittadino.