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18/11/2014 06:30:00

Inchiesta rifiuti a Marsala. Pace Sturiano-Gandolfo: “La relazione in Procura"

Pace fatta tra Michele Gandolfo ed Enzo Sturiano. Clima disteso, sguardi di compiacimento, a Sala delle Lapidi, mentre si parla della relazione finale della commissione d’inchiesta su Ato e rifiuti.
Ieri il consiglio comunale di Marsala si è sfogato. E per due ore le osservazioni dei consiglieri comunali sui pasticci in tema di rifiuti si sono alternate senza soluzione di continuità, finendo dritto dritto a verbale. Verbale che, alla fine, dice una cosa chiara: “portiamo quello che abbiamo scoperto in procura e all’Autorità anticorruzione”. Quello che “abbiamo scoperto” è scritto nero su bianco nella relazione e nascosto nei due faldoni esaminati dalla commissione d’inchiesta. Parla di un sistema rifiuti che a Marsala costa 16 milioni di euro. Di un contratto che ancora non si è capito come è stato fatto. Di “strani intrecci societari”, conflitti d’interessi, corruzione, e l’ombra della mafia. Sono d’accordo su questo Gandolfo e Sturiano, che nei giorni scorsi non se le sono mandate a dire. Sono d’accordo, praticamente tutti i consiglieri, che occorre interpellare la Regione. Allora via, all’orizzionte c’è la volontà di fare un consiglio comunale straordinario. Aridaje, sì, ma stavolta aperto. E al loro cospetto i 30 consiglieri vogliono i dirigenti regionali, l’ex assessore Marino e il presidente Rosario Crocetta: “Devono dirci perchè si è arrivati a questo contratto con Aimeri così alto, devono dirci perchè paghiamo così tanto con i rifiuti, cosa c’è dietro a questo contrato”. E lo devono dire anche tutti quelli che hanno messo mano al sistema dei rifiuti in questi anni. I componenti del cda dell’Ato Terra dei Fenici, i liquidatori, i dirigenti. Si è parlato anche di come uscire dal contratto con l’Aimeri. Ma i consiglieri hanno parlato tra loro, in aula non c’era nessuno. Il dirigente del settore servizi pubblici Francesco Patti è arrivato dopo in aula, e non era nelle sue competenze chiarire alcuni punti. Poi nessun altro. A parte dei fogli di carta che quasi tutti i consiglieri avevano in tasca, pronti a sventolarli non appena il presidente dava loro la parola. Erano le bollette della Tari, la tassa sui rifiuti che in questi giorni è arrivata un po’ a tutti i marsalesi. Ma questa è roba dei giorni nostri. Qui, in consiglio comunale, in attesa del bilancio, fanno un salto indietro nel passato. In quella stipula del contratto con l’Aimeri. Procedumento di cui responsabile unico era l’ingegnere Salvatore Alestra, che è finito sotto la lente della magistratura, il cui nome compare anche in una informativa antimafia. E Sturiano ricorda di quando era venuta fuori la vicenda. Di quando si era capito, dice al microfono, che “c’erano soggetti nelle vicende dei rifiuti in provincia di Trapani, che sono stati sotto inchiesta perchè ritenute vicine a esponenti della mafia. E’ uscito fuori dalle intercettazioni che l’ingegnere Alestra aveva come collaboratori persone vicine alla mafia. Esce fuori dalle indagini lo spessore dell’ingegner Alestra, che è stato amministratore, direttore e Rup di questo procedimento”. Per Sturiano bisogna fare chiarezza su tutto. Anche su questo. E lo rinfaccia a Gandolfo in quello che è l’ultimo atto della polemica dei giorni scorsi: “Voi l’avete scritto e io l’ho detto. Allora altro che insabbiare la relazione della commissione d’inchiesta. Sono andato ben oltre le mie competenze”.
Gandolfo, che è stato presidente della commissione d’inchiesta, alla fine è soddisfatto d come sono andate le cose: “ora portiamo tutto in procura e sarà materia loro e dell’Anticorruzione, noi quello che potevamo fare l’abbiamo fatto”. Perchè molte cose non sono presenti nella relazione, come hanno spiegato i componenti della commissione, vuoi per le indagini in corso, vuoi per l’ostruzionismo dell’Ato (che adesso è Srr). La relazione è incompleta anche per la consigliere Ginetta Ingrassia, l’unica a non votarla in commissione: “sono stata oggettiva, con documenti che mi sono stati forniti, ma la commissione non ha neanche visto tutta la documentazione che aveva. Allora perchè dovevo votare un atto monco? E’ sul metodo di certe conclusioni che non mi trovano d’accordo”.
Si trovano d’accordo alla fine un po’ tutti i consiglieri su quello che si dicono da oltre due anni. Che il servizio è pessimo, che costa tanto, e che c’è qualcosa che non va. Ma anche ieri, come nel passato, quando si dovevano capire a monte i problemi e trovare soluzioni, si è finiti per piangersi addosso.