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01/12/2014 06:25:00

Bankitalia certifica: continua il periodo nero dell'economia in Sicilia

 Continua il periodo nero dell’economia siciliana. I dati del rapporto di Bankitalia sulla situazione economica attuale non confermano quanto di buono si era percepito tra gli ultimi mesi del 2013 ed i primi del 2014.

«Un'economia fragile» è come la definisce Giuseppe Ciaccio, responsabile divisione Analisi e ricerca economica territoriale Banca d'Italia, che continua «i timidi segnali di ripresa, evidenziati nei primi mesi dell'anno, purtroppo non hanno trovato conferma, anzi sembrano affievolirsi».
Diversi sono i fattori che contribuiscono alla crisi. Nell’ultimo anno, infatti, il numero di imprese con fatturato negativo ha superato quelle con ricavi in aumento, sono diminuiti gli investimenti nella maggior parte dei settori ed è aumentata la disoccupazione (ad eccezione degli impiegati nel comparto industriale).

Diminuiscono le imprese, male il primario
In totale, le imprese attive in Sicilia alla fine del primo semestre del 2014 erano 370.727: se paragonati ai dati relativi al primo semestre del 2013, si tratta di una diminuzione pari a 4.608 attività.
Colpito anche il settore immobiliare: rispetto all’anno precedente, infatti, le aziende del settore sono diminuite del 2%. Tuttavia un segnale positivo arriva dal mercato, in cui le compravendite sono aumentate dell’1,1% rispetto al primo semestre del 2013, mantenendosi in ogni caso a livelli più bassi rispetto all’epoca pre-crisi.
In negativo anche il settore delle esportazioni: esse hanno fatto registrazione una contrazione dell’11,1% in relazione al primo semestre del 2013. Ad essere colpite sono state soprattutto le esportazioni verso i paesi extra UE, le quali sono diminuite del 14,8%.
Quanto all’esportazione dei derivati del petrolio, le riduzioni più forti si sono registrate verso Turchia, Egitto e Slovenia mentre sono aumentate quelle verso la Libia e l’Arabia Saudita..
Per quanto concerne i servizi, circa la metà delle imprese che hanno partecipato al sondaggio della Banca d’Italia, hanno registrato un fatturato in calo. Malissimo il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca:
sono, infatti, circa 3000 le imprese in meno rispetto al periodo analogo del 2013. Male anche il commercio, con quasi 1000 imprese in meno rispetto all’anno precedente.
Motivi di paralisi dell’economia isolana sono riscontrabili anche nella diminuzione dei prestiti alle famiglie ed alle imprese. Discorso analogo per quanto riguarda il credito. Permangono, infatti, alti i tassi d'interesse applicati dalle banche: ciò spiega perché un quarto dei prestiti concessi (26,1%) presenti «sofferenze», cioè difficoltà di rimborso.

Aumenta la disoccupazione
Brutte notizie arrivano anche dal mercato del lavoro: tra gennaio e giugno, sono 37.000 le persone che hanno perso il proprio posto di lavoro. Rispetto al semestre precedente si tratta di una restrizione del 2,8%, con una percentuale totale di disoccupati che ormai sfiora il 23%. Peggio che nel resto del Paese, dove la media si attesta attorno al 12% e dello stesso Sud, che registra un 21% di disoccupati.
Unico settore che ha visto un lieve aumento degli occupati è quello industriale, in cui l’incremento è stato dell’1,2%. In riferimento alle tipologie contrattuali sono stati i lavoratori autonomi ad essere maggiormente colpiti dalla difficile situazione economica.
Contestualmente aumentano i siciliani in cerca di lavoro (+ 27.000 rispetto al primo semestre del 2013), molti dei quali senza alcuna precedente esperienza lavorativa.

Turismo unica nota positiva
Uno spiraglio di luce sembra arrivare dal settore turistico. La Sicilia si conferma, infatti, metà turistica molto gettonata. A riprova di ciò, nei primi sei mesi dell’anno in corso il numero dei turisti è aumentato del 10,8%, soprattutto grazie alla presenza di visitatori stranieri.
Ciò è dovuto, in parte, all’aumento del traffico aereo: il numero dei voli è cresciuto del 5,6% e quello dei passeggeri del 7,4%. Ancora una volta, gli aumenti più significativi sono stati fatti registrare dai voli internazionali. In aumento anche le richieste di pernottamento presso le strutture extra-alberghiere, segno di un’economia in continuo cambiamento.
Ed è proprio nella capacità di essere proattivi nei confronti del cambiamento che risiede adesso la vera sfida della Sicilia.