Domani la legge di stabilità comincia il suo percorso al Senato. L'approvazione sarà rapida, dato che probabilmente anche in questo ramo del Parlamento il governo porrà la questione di fiducia. La Sicilia rischia di perdere con Campania e Calabria 3,5 miliardi di euro tolti al Piano azione coesione, se non si corre ai ripari. Infatti l'art. 12 del provvedimento prevede «Sgravi contributivi per assunzioni a tempo indeterminato». Sgravi che, però, saranno pagati con i fondi del Piano azione e coesione (Pac) delle Regioni dell'Obiettivo convergenza, non impegnati entro il 30 settembre del 2014.
Il Pac della Regione siciliana ammonta a circa 2 miliardi dei quali al 30 settembre è stato impegnato, grosso modo, il 40%. Il Piano azione e coesione era stato creato dall'allora ministro Maurizio Barca per consentire alle Regioni di sottrarre queste somme alla programmazione europea, senza il vincolo della spesa nel settennio 2007-2013. Una scelta dettata anche dalla necessità di non stressare ulteriormente le finanze nazionale con l'obbligatorio co-finanziamento delle risorse europee. Come si ricorderà, fu chiesto all'Ue di elevare il proprio co-finanziamento sui programmi operativi regionali al 75%, perché il governo italiano non aveva la possibilità di garantire il proprio co-finanziamento del 37% (il rimanente 13% è a carico delle Regioni). Soldi che sarebbero stati utilizzati anche per finanziare il Piano giovani (circa 450 milioni di euro).
Al di là delle somme impegnate effettivamente entro il 30 settembre, il dato certo è che importanti risorse economiche destinate al Sud, finiranno per finanziare le agevolazioni per le assunzioni a tempo indeterminato che per la maggior parte saranno fatte al Nord.
Contro questa scelta del governo Renzi si schierano Forza Italia e Cgil Sicilia Il capogruppo all'Ars di Fi, Marco Falcone ha annunciato che il gruppo parlamentare di Forza Italia presenterà un emendamento per indicare una copertura finanziaria diversa per la copertura degli sgravi fiscali alle imprese che assumeranno a tempo indeterminato.
Per il segretario generale di Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, «la Sicilia rischia un ennesimo scippo di risorse, che renderà più difficile qualunque progetto di sviluppo. Il dirottamento dei fondi del Piano di azione e coesione (Pac) non è una misura che si può lasciare passare. Si mobilitino i deputati nazionali eletti in Sicilia, si muova anche il governo regionale. Per quanto ci riguarda è un motivo in più per bocciare questa Legge di stabilità. Intanto, se i fondi non vengono spesi, visto che il Pac è a gestione ministeriale, le responsabilità non sono tutte della Regione».
Per Pagliaro, «è vero che la percentuale di somme impegnata è bassa (il valore della spesa certificata del Pac, a fine maggio, è l'8% della dotazione complessiva), ma il Governo, che già non ha una politica del Mezzogiorno, non può comunque risolvere il problema del reperimento di risorse per provvedimenti pur condivisibili a danno delle regioni più deboli: questo è paradossale e conferma l'attitudine dell'esecutivo a non andare a cercare dove dovrebbe, ad esempio nelle sacche dell'evasione fiscale e della corruzione e a fare pagare sempre gli stessi, che si tratti dei lavoratori o delle regioni più deboli».