Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
20/12/2014 08:10:00

Raccolta firme di Legambiente a Marsala contro le trivelle

 A Marsala, sabato 20 dicembre dalle ore 17,00, presso Largo Zerilli (via Roma) il circolo di Legambiente raccoglierà le firme dei marsalesi sulla propria petizione contro l’installazione delle Trivelle nel mediterraneo.

Chiediamo con forza al governo Crocetta - si legge nella nota del circolo locale di Legambiente - di contrastare l’art.38 dello Sblocca Italia, che autorizza le ricerche petrolifere in mare, impugnandolo davanti alla Corte Costituzionale come hanno già fatto altre Regioni, e di rivedere drasticamente la politica energetica regionale che, a oggi, prevede il rilancio delle trivelle a terra.
“Il futuro della Sicilia non può, e non deve, essere ipotecato per quattro barili di petrolio – ha detto Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente Sicilia -. Autorizzare le trivelle significa, non solo mettere in atto un modello di sviluppo totalmente contrario a quello vincente, che punta sulla tutela e valorizzazione economica del nostro patrimonio paesaggistico e culturale, ma vuol dire anche mettere a repentaglio l’ambiente con il rischio di gravi incidenti, come già avvenuto nel Golfo del Messico nel 2010. Turismo, pesca, bellezza dei territori: queste sono le carte vincenti per un nuovo modello di sviluppo sostenibile, che contribuisca significativamente a combattere i cambiamenti climatici che stanno producendo sempre più spesso nel nostro Paese distruzioni e morte”.
Il decreto “Sblocca Italia”, recentemente convertito in Legge dal nostro Parlamento, affronta alcune questioni strategiche per il nostro Paese riproponendo una visione vecchia, che non coglie le grandi sfide del XXI secolo e non individua criteri di utilità effettiva per il territorio e i cittadini. Le trivellazioni per la ricerca di idrocarburi previste dall’art.38 (Misure per la valorizzazione delle risorse energetiche nazionali) che favoriscono di fatto una nuova colonizzazione del territorio e del mare italiano (dall’Adriatico allo Ionio, dal Canale di Sicilia fino al mare della Sardegna) da parte dell’industria petrolifera, marginalizzando, in modo incostituzionale a nostro modo di vedere, il ruolo delle Regioni e delle Province autonome. Un provvedimento che rischia di tradursi in una nuova ondata di trivellazioni con irrilevanti benefici economici e sociali ed elevati pericoli ambientali, per cercare di estrarre petrolio di dubbia qualità che, agli attuali tassi di consumo, valutate le riserve certe a terra e a mare censite dal Ministero dello Sviluppo Economico, potrebbe coprire il fabbisogno nazionale per soli 13 mesi. La manifestazione avrebbe dovuto essere completata dal commento musicale di due gruppi locali. Ma “grazie” al bavaglio imposto dalla SIAE, secondo cui è corretto fare pagare oltre 300 euro ad una associazione di volontari che manifestano e lottano gratuitamente per un giusto ideale, abbiamo dovuto rinunciare. Se questo è il modo per tutelare gli autori, ci chiediamo se davvero, questo Ente rappresenti gli interessi dei musicisti.