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24/12/2014 06:30:00

Pannoloni, finti agricoltori, assenteisti, Tasse ritoccate. Ecco le truffe in Sicilia

 Chiamatela isola dei furbetti, non si offende nessuno. Chiamatela la Sicilia delle truffe, di quelle piccole e di quelle grandi. Quella dei pannoloni, quella dei rifiuti, quella dei finti poveri, dei finti ciechi, dei finti braccianti agricoli. Ci si mettono anche loro, ovviamente, i politici a creare il mito dell’isola bella e maledetta, ma su cui si può lucrare con le frodi ai danni di Stato e Ue, oltre che ai danni di tutti i siciliani.
Siamo sempre qui però, in Italia, un paese che nell’ultimo anno non si è risparmiato con truffe piccole e grandi. Chiamatelo genio italico, o arte di arrangiarsi. Ma ci sono qui i numeri della rovina: frodi e sprechi quest’anno ci sono costati 5 miliardi di euro.
Bene, nel 2013, ultimi dati disponibili, su finanziamenti comunitari e nazionali per 1,4 miliardi di euro, le fiamme gialle hanno scoperto 3.400 finti poveri, quasi 400 falsi invalidi, 1704 persone sono state segnalate per violazioni alla normativa sul pubblico impiego. Gli imbroglioni? Sono 19 mila in Italia, trovati grazie alle 25 mila operazioni messe in campo. I reati contro la pubblica amministrazione arrivano alla media di 12 al giorno, con reati che vanno dalla corruzione, alla corruzione, peculato, abuso d’ufficio… Costano all’erario 3,5 miliardi di euro. Scusate se è poco, nel paese delle meraviglie. Qui dove Sicilia e Calabria hanno il primato italiano in tema di frodi e irregolarità legate all’erogazione di fondi strutturali europei: 74 i casi registrati in Sicilia.
E ci sono casi che fanno capolino ogni giorno, imperterriti, sulle pagine dei giornali. Contateli. L’ultimo è quello di Palermo, con la truffa sulla tassa sui rifiuti.16 le persone arrestate dalla Squadra mobile del capoluogo siciliano per un sistema di truffe e corruzione legato alla riscossione delle tasse sui rifiuti al Comune di Palermo, Ufficio tributi. “FinTares”si chiama l’operazione in cui sarebbero emerse irregolarità nella riscossione dei tributi legati allo smaltimento dei rifiuti alterando le posizioni del contribuente. E’ stato stimato un danno alle casse comunali per diverse centinaia di migliaia di euro, con le indagini andate avanti per un anno. Coinvolto anche un commercialista di un convento di suore che avrebbe pagato una tangente per avere uno sconto sul pagamento della Tares. Come in tutte le truffe c’è anche qui la parte bizzarra. Ed è che uno degli impiegati comunali arrestati lavora all’ufficio “Lotta all’evasione”.
Di truffe con finti braccianti agricoli ne emergono uno giorno sì, l’altro pure. L’ultima è a Belpasso, con una truffa all’Inps da parte di una impresa agricola smascherata dalle Fiamme Gialle. L’imprenditore avrebbe frodato l’istituto previdenziale per oltre sei anni, fornendo false attestazioni per 200 lavoratori ogni anno. Si parla di una truffa di 4,5 milioni di euro circa. L’imprenditore è stato denunciato per truffa e falso e il Tribunale di Catania gli ha sequestrato 17 terreni agricoli, un autocarro, tre automobili, e disponibilità finanziarie.
Da Siracusa poi arriva l’ultima truffa degli impiegati assenteisti. Sono 33 i dipendenti dell’Asp siracusana finiti sotto l’indagine “Doctor house”. Le accuse per gli impiegati del servizio di Neuropsichiatria sono di falso, truffa aggravata ai danni dell’Asp, false attestazioni o certificazioni. Per nove di loro è scattato anche il provvedimento di sospensione dall’esercizio. Le telecamere hanno ripreso tutti i movimento degli impiegati, che a volte saltavano l’intero giorno lavorativo. C’era, ovviamente, anche chi timbrava il badge per i colleghi che se ne stavano comodamente a casa, oppure andavano a fare shopping.

E poi c’è la truffa dei pannoloni, quella scoperta a Palermo. C'è anche il salemitano Gaetano Sirchia tra gli arrestati per una presunta truffa ai danni del sistema sanitario. I carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno arrestato sei persone accusate a vario titolo, di concorso in falso, accesso abusivo al sistema informatico e truffa aggravata al Servizio Sanitario. Si tratta di tre farmacisti, del titolare di una parafarmacia, di un dipendente ASP e di una sesta persona che aveva il compito di “corriere”.,L’inchiesta Farmagate, avviata nel 2013 dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura, ha scoperto un meccanismo che permetteva agli indagati di conseguire profitti illeciti attraverso l’alterazione delle autorizzazioni emesse dall’ASP per la distribuzione in regime di convenzione, presso le farmacie e parafarmacie, di prodotti per l’incontinenza e per celiaci.