Scorrendo i giornali di stamattina, si può leggere in sintesi quello che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dirà questa sera nel messaggio di fine anno agli italiani. Questo vuol dire che il testo é già pronto e che qualcuno l'ha anticipato ai giornali. Ma questo fa chiedere: chi ha anticipato il testo ai giornali? La risposta é ovvia: o lo stesso presidente, anche indirettamente, o qualcuno del suo staff, contro la sua volontà. Comunque sia uscita la notizia, il presidente non ci fa una bella figura. Anche al Quirinale, colle più alto, si verifica la fuoruscita di notizie fuori della tempistica dovuta.
Il discorso di fine anno del presidente della Repubblica dovrebbe essere suo personale, e non anticipabile in alcun modo. Invece, da quel che é successo, si capisce che il testo non é stato scritto tutto da lui. E' verosimile che lui abbia indicato a un gruppo di collaboratori quel che avrebbe voluto dire, o gli abbia sottoposto un testo, da rendere più completo e migliore. Insomma, quello che stasera ascolteremo é un documento centellinato dagli autori, uno ufficiale, gli altri nascosti, il cui unico scopo é quello di difendere innanzi tutto l'operato della presidenza in questi due ultimi anni, ed anche di dare una valutazione speranzosa e non negativa di quanto governo e Parlamento hanno fatto per le riforme.
Si giustapporranno, nel discorso di fine anno del presidente, le sue autogiustificazioni e le insoddisfazioni del popolo. Strano il destino di questo presidente che, provenendo dall'area del vecchio comunismo, percorsa una sessantennale carriera verso la scelta borghese, diventa l'antagonista della parte della popolazione che sta più male.
Non é che la rielezione di Napolitano, per il secondo settennato due anni fa, a conti fatti sia stata benefica. E' stato pregato di restare da forze politiche incapaci di decidere, come ormai avviene continuamente dallo scoppio di Tangentopoli. Ha accettato dopo rifiuti. Gli si può riconoscere il merito che non ha brigato per la rielezione. Ma questi due ultimi suoi anni al Quirinale non hanno tirato fuori un ragno dal buco. Siamo nelle ambasce di prima.
Ecco perché l'elaborato discorso presidenziale di stasera non dirà le cose come stanno e, inventando qua, illudendo là, nasconderà che il Paese é nello stato arretrato in cui si trovava due anni fa.
Leonardo Agate
leonardoagate1@gmail.com