Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
23/02/2015 20:37:00

Stralciate le norme sui porti dalla legge sulla concorrenza. Soddisfazione a Trapani

Su richiesta del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, il Consiglio dei Ministri ha stralciato dal disegno di legge sul mercato e la concorrenza tutte le norme attinenti al settore della portualità.
I Ministri Lupi ed il Ministro dello Sviluppo Economico Guidi, insieme al Presidente Renzi, hanno convenuto che della materia se ne occuperà, in modo organico, la riforma della portualità e della logistica alla quale sta lavorando il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Quindi la norma sui servizi tecnico-nautici, quella sulle concessioni e la loro durata in ambito portuale e quella sul conflitto di interessi delle Autorità portuali in relazione alla partecipazione in società, pertanto non fanno più parte del testo del disegno di legge sulla concorrenza, ma saranno inseriti nel ddl sul riordino dei porti.
A questa conclusione si è giunti dopo giorni e giorni di forti tensioni tra Ministero dei Trasporti e Ministero dello Sviluppo Economico che aveva predisposto il ddl concorrenza, ma anche dopo le vibranti proteste di tutto il settore portuale e dei sindacati di categoria.
Il termometro della situazione si era avuto a termine di un convegno sul tema “Il futuro dei porti italiani lavoro ed imprese al centro della Riforma” tenutosi il giorno 18 febbraio a Roma su iniziativa dell'Associazione Nazionale Compagnie Imprese Portuali (Ancip), dove la stessa Ancip e le associazioni nazionali rappresentative delle imprese e dei servizi nei porti italiani - Associazione Nazionale Gruppi Ormeggiatori e Barcaioli Porti Italiani (Angopi), Associazione Italiana Terminalisti Portuali (Assiterminal), Associazione Italiana Imprese di Logistica (Assologistica), Associazione Italiana Armatori di Rimorchiatori (Assorimorchiatori) e Federazione Italiana Armatori di Rimorchiatori (Federimorchiatori) - avevano espresso in una nota «unanime dissenso sul contenuto del disegno di legge in materia di concorrenza elaborato dal Ministero delle Sviluppo economico, perché - hanno spiegato - in totale distonia con il lavoro di questi anni, sviluppatosi sia in sede istituzionale che all'interno del cluster marittimo-portuale».
I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, poi, a seguito di una riunione tenutasi il 18 febbraio avevano anche indetto per il 6 marzo lo sciopero generale dei lavoratori dei porti e dei servizi tecnico-nautici, con il blocco di tutti gli scali italiani.
Infine anche Assoporti aveva chiesto, in una nota del 19 febbraio, lo stralcio delle previsioni normative formulate dal MISE per i porti, sottolineando che erano norme in netto contrasto anche con i più recenti indirizzi europei in materia.

Questo il commento di Confindustria Trapani:

Manifestiamo apprezzamento nei confronti del Governo Nazionale per la decisione di stralciare la questione della riforma dei Porti dal disegno di legge sulla concorrenza.

La questione, infatti, è molto importante in quanto incide in maniera determinante sullo sviluppo dei territori interessati e quindi anche su quello di Trapani e pertanto merita uno strumento legislativo ad hoc.

Noi abbiamo seguito sin dall’inizio, e continueremo a seguire, la delicata vicenda essendo stati i primi ad accendere i riflettori sulle conseguenze che una riforma dei Porti errata avrebbe potuto avere sul Porto di Trapani e pertanto continueremo ad essere parte attiva con la politica e le istituzioni affinchè il Porto di Trapani mantenga la propria autonomia e non venga fagocitato dal Porto di Palermo.