Uno studioso ha scoperto che sui resti di Selinunte si tentò, invano, di edificare una città medievale. E' il professore Henri Bresc, uno dei massimi storici del periodo medievale, a sostenere questa tesi al termine del riesame di uno scritto di Saba Malaspina, un cronista di Manfredi di Svevia, ultimo sovrano svevo del regno di Sicilia e figlio di Federico II, che racconta della volontà del re di realizzarvi, nel 1258, una città nella quale trasferire gli abitanti di Monte San Giuliano, l'attuale Erice, che si erano ribellati a lui.
"Secondo quanto riportato da Malaspina - dichiarano gli architetti castelvetranesi Pasquale Calamia, Mariano La Barbera e Giuseppe Salluzzo, studiosi dell'epoca federiciana e che a Castelvetrano hanno individuato all'interno di Palazzo Pignatelli il castello di Federico II Bellum Videre - i ribelli da Monte San Giuliano furono deportati nella foresta di Bonreparium, storpiatura del toponimo di Birribaida, antica baronia di Campobello di Mazara, per ricostruire sotto la guida di un funzionario regio una nuova città in un luogo dove rimanevano le orme dell'antica città di Apollo (ubi veteris civitatis Apollinis, vestigia subsistebant). Da quanto emerso dai nostri recenti studi però - concludono Calamia, La Barbera e Salluzzo - la fondazione della nuova Selinunte sveva non fu mai completata poiché il tentativo di ricostruzione ordinato da re Manfredi al funzionario regio di Bonreparium si interruppe a causa della morte del sovrano avvenuta nel 1266".