Non solo voli low cost, ma anche gli stipendi. Sono quelli dei lavoratori della Ryanair. Stipendi che possono essere anche di oltre la metà più bassi rispetto a quelli di altre compagnie. E non si parla di semplici hostess e stuart, ma in cabina devono esserci dei venditori di biglietti autobus, gadget, profumi, pranzi, biglietti della lotteria, gratta e vinci. Il tutto nascosto in un rapporto lavorativo che per contratto i dipendenti non possono svelare. Ogni tanto però esce qualche anonimo e racconta come vanno le cose alla Ryanair.
Si comincia con un corso di formazione, dopo aver superato un pre- colloquio. Il costo del corso lo deve affrontare il candidato e futuro assistente di volo. Si parla di circa 2 mila euro, di cui 1.200 vengono recuperati come incentivo dopo il primo anno di lavoro. Nonostante questo, e nonostante il primo contratto sia di tre anni, c’è la fila per entrare a far parte del club Ryanair. In queste settimane è cominciato il reclutamento in tutta Italia per le figure di cabin crew. Lo sta operando la Crewlink per conto della compagnia lowcost irlandese. Ci sono dei parametri da rispettare. Maggiore età, altezza minima proporzionata al peso di 157 cm, buona conoscenza dell’inglese, saper nuotare, e una buona forma fisica.
Una volta dentro si fanno turni da 5 giorni di lavoro, con un contratto iniziale a tempo determinato di 3 anni. La paga? Bassa.
Il Fatto Quotidiano ha raccolto la testimonianza di un dipendete Ryanair sulle condizioni di lavoro, la paga low cost, le pressioni. Come quelle per vendere prodotti in cabina. Sono entrate accessorie che permettono ai dipendenti di “arrotondare” ma su cui la compagnia punta molto, considerato che nell’ultimo anno hanno inciso per il 25% nel totale del ricavato.
Da tutto questo comparto, nel 2014, Ryanair ha ricavato il 25% del proprio fatturato: 1,24 miliardi di euro contro poco più di un miliardo nel 2013. Una crescita del 17%, che ha portato il fatturato complessivo da 4,8 a 5 miliardi di euro e un profitto netto – dedotte le tasse che hanno inciso in bilancio solo per l’11% – di 523 milioni. I ricavi per le sole vendite a bordo sono passate da 109 a 117 milioni di euro. “Noi abbiamo gli obiettivi di vendita – spiega il nostro interlocutore – abbiamo target e riceviamo un bonus del 10% per ogni vendita”. Gli assistenti di volo che non raggiungono gli obiettivi, dice la nostra fonte, “sono costretti a giustificare i mancati introiti al responsabile presente in ufficio” e quando sei tra i peggiori venditori del mese “ricevi una lettera in cui ti si fa presente che devi migliorare le tue performance”. Gli assistenti “non devono giustificare la loro performance con il management” risponde però Ryanair quando Il Fatto le gira la domanda. “I peggiori venditori – spiega l’azienda – non ricevono alcuna lettera ma si sottopongono a un training in modo da migliorare le loro tecniche di vendita e massimizzare così i bonus conseguenti”.
Ok, se non ti piace vendere non lo fai. Tanto, chi ti controlla lassù, ad alta quota? Ti controllano invece.
Poi c’è la figura del “mistery passenger”, un ispettore sconosciuto che ogni dipendente può trovarsi a bordo dell’aereo. “Il nostro mystery passenger” precisa Ryanair, “lavora come sistema di controllo qualità e ci fornisce riscontri sulle valutazioni della clientela sui servizi offerti dal nostro equipaggio e dal nostro servizio cliente”. Il nostro assistente di volo afferma, invece, che proprio questo funzionario è adibito al controllo degli obiettivi di vendita. L’azienda nega ma resta che chi lavora deve volare sapendo che da qualche parte, su un sedile, c’è qualcuno che lo sta controllando.
E lo stipendio vero e proprio e i contributi assistenziali da versare. In passato la Ryanair è stata al centro della polemica sulle tasse da pagare in Italia. Ma anche qui si può trovare uno stratagemma.
Il rapporto con i dipendenti italiani è complicato dall’applicazione di tre tipi diversi di rapporto di lavoro. Quelli assunti prima del 2012 guadagnano, afferma il nostro interlocutore, “circa 17 euro l’ora”. Nel 2012, però, è entrata in vigore la normativa europea che obbliga le aziende a pagare la previdenza sociale nel Paese di appartenenza dei dipendenti. Data l’incidenza dei contributi da versare all'Inps, “la compagnia ha offerto ai nuovi assunti uno stipendio inferiore del 12%”. Gli assunti più anziani hanno invece un contratto a tempo indeterminato con una retribuzione fissa e una parte variabile in funzione delle ore di volo. “Nel primo anno si è pagati a volo e con i bonus delle vendite a bordo. Ci si può attendere una retribuzione che va da 900 a 1.400 sterline (da 1.200 a 1.800 euro). Dopo i 12 mesi si può avere un extra annuale tra i 300 e 500 euro. Infine, dopo 6 mesi si può essere assunti direttamente e dopo altri 12 mesi si può concorrere alla posizione di Supervisore arrivando a guadagnare fino a 30 mila sterline pari a 42 mila euro”. Tutte possibilità che valgono solo per una parte dei dipendenti: un supervisore, infatti, coordina tre dipendenti in cabina.
Si parla di stipendi inferiori dell’11% rispetto a quello di Vueling, altra compagnia low cost.
Nel confronto con la International Airlines Group, che raggruppa Vueling, Iberia e British Airways, il costo medio per dipendente è inferiore addirittura del 58 per cento e confrontando i dati di bilancio del 2011 con l’Alitalia, la differenza a svantaggio di Ryanair è di 7.700 euro medi a dipendente, un saldo negativo del 17%.
In questi giorni, dicevamo, la Ryanair ha cominciato la stagione dei colloqui. Farà tappa a Palermo domani. Mentre a Trapani l’avvio della stagione desta ansia da parte degli operatori turistici e di tutto un territorio. L’accordo sottoscritto con Airgest (e finanziato anche dai Comuni trapanesi con 2 milioni di euro l’anno) dovrebbe portare 1,4 milioni di passeggeri a Birgi. Intanto si è in attesa dei soldi per il ristoro dalla guerra in Libia del 2011. 5 milioni di euro che dovrebbero essere spesi per il territorio, ma che potrebbe essere girato alla compagnia lowcost per non lasciare il Vincenzo Florio. A proposito di quello che succede a Birgi il Pd ha organizzato un incontro con i vertici del partito, alla Camera di Commercio di Trapani, alle 17. Il titolo dell’incontro è “L’aeroporto di Birgi, tra promozione turistica e internazionalizzazione”.