Nei giorni scorsi la scultura di Turi Simeti, conservata a Gibellina Nuova, è stata vandalizzata. A lanciare l'allarme è stato lo stesso sindaco della città, Rosario Fontana: “del colore è stato gettato sull’opera in marmo, danneggiando cosí uno dei più importanti esempi d'arte contemporanea in Sicilia!”
Il nome di Gibellina Nuova è legato indissolubilmente alla ricostruzione post sisma. Negli anni che seguirono al 1968, il paese divenne un immenso laboratorio di pianificazione e sperimentazione artistica. Frammenti di poesia sparsi per le strade, le “sculture urbane” qualificano oggi lo spazio urbano di Gibellina secondo una prospettiva innovativa, come veri interventi architettonici, che rendono la rifondata città del Belìce un museo en plein aire.
La scultura “Impronta”, realizzata nel 1980 da Turi Simeti, in un blocco di pietra bianca locale, è la trasposizione “monumentale” del plasticismo entro cui si muove la sua ricerca geometrico-oggettuale.
A distanza di oltre un trentennio ed in particolare nel 2012 Legambiente Sicilia nella campagna Salvalarte Belìce 2012 con il Circolo Valle del Belíce e l’associazione LapiS ne proposero la tutela e il restauro dato che l’opera soffriva delle tipiche patologie dei monumenti in pietra esposti ai fattori ambientali.
Il restauro conservativo della scultura – promosso dall’associazione LapiS (Lapidei Siciliani) insieme alla Rete Museale e Naturale Belicina era iniziato circa un anno fa e prima ancora di concludersi ignoti hanno rovinato e vandalizzato con dei colori il tutto.
“Il restauro era quasi ultimato, - sottolinea l’associazione LapiS - si doveva solamente completare la riconfigurazione estetica con delle stuccature realizzate dal marmista che all'epoca eseguì materialmente l'opera di Turi Simeti, ma purtroppo il perdurare delle perturbazioni metereologiche non hanno consentito di procedere al completamento del restauro”.
Il Circolo Valle del Belice definisce ignobile il gesto compiuto sull'opera di Simeti. “Purtroppo, dice Rosalia Teri, presidente del Circolo - è da diversi anni che molte opere di Gibellina vengono danneggiate come ad esempio il Giardino Segreto 1 di Francesco Venezia, ricoperto puntualmente da vernici e scritte”.
Il danno all’arte contemporanea di Gibellina è un grave atto contro la cultura e l’arte in genere. L'Assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana dovrebbe attivare specifiche normative per la tutela, la salvaguardia ed il controllo dell’arte contemporanea presente nella Valle del Belìce.
Inoltre l’impegno di artisti come Burri, Simeti, Consagra, Schifano, Venezia, Purini ed altri, spesso volontario e non retribuito, rappresenta una donazione della cultura nazionale offerta per riscattare lo stato di abbandono della comunità belicina colpita dal Sisma del 1968. La Città rifondata costituisce ancora oggi un esempio di rifondazione culturale che va tutelato e valorizzato.