Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
01/04/2015 06:55:00

Marsala 2015. Di Girolamo li atterra tutti. Anche Lombardo getta la spugna

 Anche i notai piangono. E ieri, Salvatore Lombardo si è commosso, al pensiero non del sacrificio di Massimo Grillo - come molti pensavano - ma  di tutti i cittadini che ancora lo chiamano Sindaco o che in questi giorni lo hanno fermato per strada: ma è vero che si candida? No, Salvatore Lombardo non si candida, e questa cosa si sapeva. Non si sapeva invece l’altra notizia: Lombardo si è stancato, ha cercato un candidato Sindaco per Marsala fino a pochi giorni fa, non ci è riuscito. Non fa nomi, Lombardo, ma qualcosa dice. Con Alberto Di Girolamo, anche se l’ex Sindaco nicchia, ci sono antichi rancori, che risalgono alle Elezioni Politiche del 2001. Lombardo si ritiene un uomo di centrosinistra, e si dice “dispiaciuto da come Marsala sia città vassalla”, cioè di come sia ormai diminuito il peso politico della città. Ed è, in effetti, un dato sotto gli occhi di tutti.  Cita anche il caso della segreteria regionale del Pd, appena costituita “che non ha alcun esponente di Marsala”, dato che “la città non elegge un deputato - e sottolinea la parola “elegge” - ormai da anni”. Anche qui, come dargli torto. Insomma, Lombardo dice che si era messo in moto per questo, per trovare un candidato alternativo al pensiero unico che vede Alberto Di Girolamo possibile Sindaco di un Pd debole ed eterodiretto. Ha cercato Stefano Pellegrino, ma ha ricevuto un no che un po’ lo ha ferito, dato che, non nominandolo, Lombardo ha ricordato che “bisogna essere un po’ meno egoisti nei confronti della città”. “Cercavamo - aggiunge - un quarantenne, ma nessuno si è fatto avanti” ha detto. Ha ringraziato i suoi alleati per un mese, quei rappresentanti di liste varie e gruppi politici che “hanno capito il ragionamento: fare un passo indietro nell’interesse di tutti”.
I notaio piangono. I cardiologi ridono. Lombardo non ha un candidato, si fa da parte, e, al momento, nel centrosinistra c’è un candidato unico: Alberto Di Girolamo. Il segretario del Pd, nell’incertezza di sapere cosa faranno adesso Massimo Grillo ed Enzo Sturiano, è sempre più accreditato per la vittoria finale, dato che ha avversari che contano poco o che scontano scontri interni, come il caso di Forza Italia, che dopo l’epurazione di Enzo Domingo da parte di D’Alì, deve scontare adesso la decisione della “freccia” marsalese di candidarsi ugualmente: “Ho due liste pronte - ha detto Domingo ieri su Rmc 101 - e sono liste vere. Una si chiamerà Oltre i colori. Sono pronto a sfidare Forza Italia”. 

Tornando ad Alberto Di Girolamo, il dato politico è che, dopo aver battuto alle primarie due ossi duri come Luigi Giacalone e Annamaria Angileri, di fatto Di Girolamo si sbarazza di un avversario ingombrante, ingombrantissimo. Già con l'annuncio della sua prima riunione Salvatore Lombardo aveva gettato in depressione gli uomini di Di Girolamo, e lo stesso candidato ha subito il colpo per alcuni giorni. Poi, come abbiamo raccontato nel nostro lungo diario, più si rendevano intricate le trame di Lombardo, più si infilavano in vicoli ciechi i "ribelli" del Pd, più Di Girolamo appariva sereno. Più della sua forza, insomma, ha potuto la debolezza degli altri. Così come alle elezioni, probabilmente, più della bontà della sua proposta politica, a questo punto, prevarrà la debolezza se non la totale mancanza di alternative serie e credibili. Come alle Europee del 2014, quando un elettore su due ha votato il Pd di Renzi perchè in giro non c'era molto di meglio, a destra come a sinistra. Insomma, oggi, Di Girolamo rischia di essere davvero un candidato unico, con la città chiamata ad una sorta di plebiscito. Vabbè, e Di Girolamo che ci può fare, se gli altri sono fiacchi, male organizzati o non hanno proposte politiche? E' stato legittimato dalle primarie, vero. Ma è anche vero che, subito dopo, la coalizione di centrosinistra ha subito uno snaturamento, con l'ingresso degli ex consiglieri del Nuovo Centro Destra riuniti nella sigla "Una voce per Marsala". In questo modo la coalizione sembra più una coalizione di centrodestra + Pd che di centrosinistra. C'è da prevedere che se Grillo e Sturiano non riusciranno a fare una sintesi, ci sarà la fila dietro la porta di Di Girolamo per chiedere un apparentamento, un appoggio, una candidatura in consiglio.  E chissà se e come il candidato - segretario del Pd riuscirà a dire di no, soprattutto con quali criteri.