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12/04/2015 12:05:00

Il crollo del viadotto tra Catania e Palermo spacca in due la Sicilia

 E’ crollato un viadotto sull’autostrada Palermo-Catania, fra Buonfornello e Tremonzelli. Cio’ significa che la Sicilia, a momento, è tagliata a metà. E non è vero che si tratta di un evento imprevedibile, perchè da tempo era stato segnalato il cedimento del terreno sottostante il viadotto. L’episodio testimonia ancora una volta il disastro che la nostra isola rappresenta dal punto di vista dei trasporti, con una mediocre rete autostradale e una ferrovia da fare pena, che nel tempo è stata via via dismessa.

“Sono in costante contatto con il presidente Crocetta per quello che è accaduto sull’autostrada Palermo-Catania. Abbiamo chiesto al governo nazionale lo Stato d’emergenza. La situazione è veramente grave”. Così Giovanni Pizzo, assessore alle Infrastrutture della Sicilia. “Non sono le strade a cedere, sono le nostre montagne che stanno crollando a poco a poco – dice – Oggi un fronte franoso di un chilometro è sceso a valle, colpendo un pilone dell’autostrada Palermo-Catania. Quello che sta accadendo in Sicilia è drammatico. Sono gli effetti del cambiamento climatico: la montagna d’acqua che quest’inverno si è abbattuta sulla nostra regione è probabilmente la causa dei dissesti che si stanno verificando. Non si tratta di assolvere qualcuno, e toccherà ai tecnici stabilire le cause e, se ci dovessero essere, le eventuali responsabilità. Ma é chiaro che siamo di fronte a un’emergenza da affrontare con estrema serietà”.

“La notizia del cedimento del pilone autostradale non deve allarmare, ma non può essere presa certamente sottogamba. C’è da capirne al più presto i motivi, per questo chiederò all’assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Pizzo di venire in commissione a riferire”. Lo dice il presidente della commissione Territorio dell’Ars, Giampiero Trizzino.

“Sul cedimento del pilone dell’autostrada Palermo-Catania presenterò un’interrogazione al governo. Dopo il caso del crollo del viadotto ‘Scorciavacche’ anche questa storia va chiarita fino in fondo e vanno accertate tutte le responsabilità. Chi sbaglia deve pagare. Bisogna, inoltre, modificare radicalmente il sistema dei controlli sulle infrastrutture”. Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia.

“La Sicilia è spezzata in due, bisogna dichiarare lo stato d’emergenza” Lo ha detto Enzo Bianco, sindaco di Catania e presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, commentando la notizia delle nuove frane nella zona del viadotto Himera che hanno prima provocato la chiusura dell’autostrada Catania – Palermo per il cedimento di un pilone, e ora la chiusura della Provinciale 24, bloccando, di fatto, le comunicazioni tra la Sicilia orientale e quella occidentale. “Si tratta – ha detto Bianco – di una situazione di straordinaria gravità e chiedo di nominare subito un commissario straordinario per risolvere la situazione nel più breve tempo possibile”.

“La mancata utilizzazione dei fondi per gli investimenti, impegnati, invece, a pagare spese correnti e accantonamenti tributari voluti dai Governi Monti, Letta e Renzi, ha causato il pessimo stato di tutte le nostre infrastrutture, soprattutto viarie, compreso il cedimento del pilone della A 19 che ha tagliato in due parti la Sicilia. Crocetta faccia sentire forte a Roma la voce della Sicilia divenuta sempre più la cenerentola d’Italia”. Lo ha detto Marco Falcone, capogruppo di FI all’Ars.

“Il movimento franoso che ha coinvolto almeno tre piloni del viadotto ‘Imera’ della Palermo-Catania ci mette davanti a due gravi emergenze: quella della mobilità e quella del dissesto idrogeologico. Adesso nessuno si potrà esimere dal dare risposte chiare”. Lo afferma il segretario regionale dell’Udc siciliana Giovanni Pistorio.

“Una risposta – continua Pistorio – dovrà essere data all’incertezza che pesa sugli enti intermedi, le ex province non ancora liberi consorzi, che fino a poco tempo fa avevano la responsabilità di gestire interventi di questo tipo”. “Sarà poi necessario – aggiunge il segretario dei centristi – che il governo nazionale d’intesa con quello regionale pianifichi interventi urgenti per la messa in sicurezza del territorio e, se la situazione dovesse ulteriormente peggiorare, adotti interventi e procedure eccezionali per garantire la sicurezza e la mobilità nell’Isola”.

“La chiusura del viadotto Imera nel tratto Palermo-Catania non è solo un grosso disagio alla rete stradale e alla viabilità della principale arteria che collega le due parti della Sicilia, ma è anche un disastro causato dalla mancanza delle competenti istituzioni”. Lo scrive in una nota il deputato regionale dell’Udc, Gianluca Miccichè. “Ho già contattato l’assessore alle Infrastrutture e Trasporti, Giovanni Pizzo, con il quale seguo da vicino la situazione. – aggiunge – Ritengo che, accertate le responsabilità, si debbano trovare valide alternative al trasporto su gomma e dunque attivare subito una tratta ferroviaria straordinaria che permetta a merci e persone, pendolari e non, di raggiungere Palermo da Caltanissetta ed Enna, con la stessa frequenza e tempistica con la quale avrebbero percorso l’autostrada. Va inoltre messo in sicurezza il territorio, evitando che frane come quella di dieci anni fa possano trasformarsi in tragedie in cui possa ‘scapparci il morto'”.

Santino Barbera, segretario generale della Filca Cisl Sicilia, dichiara: “E’ vero che la Sicilia sta franando – continua Barbera – ma il governo regionale, oltre a prenderne atto, che fa? Grazie all’incapacità progettuale sono tornati a Roma i fondi Pac con cui si sarebbero dovuto realizzare numerosi interventi, quali ad esempio la manutenzione e la risagomatura dei torrenti siciliani. Niente è stato fatto e a subirne le conseguenze sono i cittadini, quali ad esempio quelli di S.Teresa e di Furci in provincia di Messina, comuni a rischio inondazione perché il livello dell’alveo del torrente Savoca si è innalzato a dismisura. Si aspetta che avvenga una tragedia per intervenire?”. “Ieri si è abbattuto un pilone dell’autostrada, domani chissà cosa potrebbe accadere – aggiunge Barbera – dato che nulla si muove e ci si affida alla sorte e al destino. Negli ultimi due anni il governo regionale ha continuato a sottrarre fondi agli investimenti per infrastrutture, destinandoli alla spesa corrente. Proseguendo con questo modo di amministrare, la Sicilia si ridurrà a un’area desertica, da cui scappare”.