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14/04/2015 04:01:00

Ex provincia di Trapani, accordo di collaborazione con l'Università di Palermo

 Il Libero Consorzio Comunale di Trapani ed il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, Aerospaziale, dei Materiali dell’Università di Palermo porteranno avanti un accordo di collaborazione (a titolo non oneroso) finalizzato alla tutela dell’ambiente marino e della fascia costiera e per attività di prevenzione e di controllo dell’inquinamento. Motivazioni ed obiettivi dell’accordo sono contenuti in un apposito protocollo d’intesa approvato con deliberazione commissariale.

L’iniziativa fa seguito alla sottoscrizione, avvenuta a Bruxelles nello scorso mese di ottobre, del “Memorandum Of Understanding”, riconfermando l’adesione alla Rete Esi “European Straits Initiative” che aggrega 19 autorità locali europee i cui territori ricadono sulle sponde degli stretti e che come obiettivi prioritario il riconoscimento dell’identità dello “Stretto Europeo” nell’ambito delle politiche comunitarie e nazionali e l’inserimento della sua specificità nella programmazione dei Fondi strutturali per il periodo 2014/2020.

In particolare, il protocollo d’intesa tra il Libero Consorzio Comunale di Trapani e l’Università di Palermo – Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, Aerospaziale e dei Materiali prevede la realizzazione di una rete di monitoraggio dell’ambiente marino che includa anche dati telerilevati; la localizzazione dei siti ottimali per l’installazione di stazioni di rilevamento; lo sviluppo ed il funzionamento di tali sistemi con particolare riguardo alle fasi di pre-processing e post-processing; la predisposizione di opportuna documentazione tecnico-amministrativa utile al reperimento di finanziamenti comunitari; la ricerca di accordi bilaterali con le Autorità di Malta e/o della Tunisia per condividere metodi e pratiche di intervento nei casi di emergenza legati alla tutela ambientale, a cominciare dalla lotta all’inquinamento da idrocarburi in mare nell’intero Canale di Sicilia.

Il Mar Mediterraneo, infatti, è una delle vie d’acqua più trafficate del mondo: il 15% del traffico globale passa per il Canale di Sicilia con più di 325 mila transiti annuali e con 200 mila navi commerciali che attraversano il Mediterraneo dirette verso i 300 porti del bacino con una crescita stimata di tre o quattro volte nei prossimi vent’anni. Questo notevole volume di traffico genera una variegata forma di inquinamento (idrico, atmosferico e acustico) e costituisce una seria minaccia per la biodiversità e l’ambiente delle coste. Da qui l’estrema importanza e la necessità di specifica attività di prevenzione e di controllo dell’inquinamento e di tutela dell’ambiente marino e della fascia costiera.