Protestano i sindaci di tutti i 24 comuni del territorio contro la nuova programmazione di Trenitalia per la Sicilia che non considera, in generale, la provincia (dove vivono più di 450.000 cittadini) e, in particolare, la funzione di collegamento strategico con l'aeroporto di Birgi che ha fatto registrare una movimentazione media, negli ultimi 4 anni, di circa 1.600.000 passeggeri.
A fare scoccare la scintilla il sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, con la sottolineatura che ancora una volta la provincia rimane esclusa da «ogni ipotesi di investimento/ammodernamento e, quindi, di sviluppo». Osserva, infatti, Tranchida che, da un lato vengono privilegiate tratte con servizi veloci con i capoluoghi di provincia di Palermo, Catania, Messina, Siracusa ed Agrigento, dall'altro, però, viene «dimenticata» Trapani, «che nulla ha da invidiare come "attrattore turistico" d'eccellenza nella visione promo-strategica siciliana, non solo per le bellezze naturali, paesaggistiche e archeologiche (abbiamo il più grande parco archeologico d'Europa), ma anche e in conseguenza di uno scalo aeroportuale turistico di prim'ordine e di un porto che rappresenta un collegamento fondamentale con il sistema isolano ove insiste la più grande riserva marina d'Europa, oltre che costituire approdo sicuro nei crocevia mercantili del Mediterraneo».
Ecco il testo integrale della lettera:
I sottoscritti Sindaci,
avendo ricevuto in data 9 Aprile una nota dell’Anci regionale con la quale venivano richiesti eventuali osservazioni in merito all’ipotesi della nuova offerta in Sicilia da parte di Trenitalia, non possono non notare come la proposta di Trenitalia per la Sicilia non consideri, assolutamente, la provincia di Trapani in generale e, in particolare, non consideri neanche la necessaria funzione di collegamento strategico che l’aeroporto di Trapani / Birgi (con movimentazione media negli ultimi 4 anni di circa 1.600.000 passeggeri) assolve per lo sviluppo di tutti i nostri territori sul quale vivono più di 450.000 cittadini, ma anche per l’intera Sicilia occidentale.
All’incontro del 2 aprile decorso presso l’Assessorato delle Infrastrutture e della Mobilità per la presentazione del contratto di servizio Regione-Trenitalia, al quale vennero invitati anche i Sindaci dei capoluoghi di provincia, l’Assessore ai LL.PP. del Comune di Trapani, assumendo, in assenza dell’ormai inesistente Provincia Regionale, la rappresentanza dell’intero territorio trapanese e su delega del Sindaco di Trapani, ebbe a porre in evidenza ciò che oggi, noi Sindaci, reclamiamo e qui torniamo a porre in evidenza. Orbene, in quella occasione, con risposta sintetica quanto paradossale si ebbe a dire che le problematiche del territorio trapanese sarebbero state affrontate non appena si fossero risolte quelle del ‘nodo di Palermo’, come se si trattasse di realtà minore quella del territorio trapanese, avulsa dal territorio regionale nel suo complesso e subordinata ad interessi prioritari di altre aree ‘maggiormente qualificate e più produttive in termini economici’.
Tanto, sebbene mesi fa, a tutela e difesa di questo territorio fu sollevato il problema della vision politico-strategica sulla mobilitá per lo sviluppo della ormai ex Provincia di Trapani, atteso che fra i sottoscrittori taluni rappresentammo, inascoltati, l’importanza dell’area urbana del trapanese, evidenziando le seguenti premesse/considerazioni :
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Le aree urbane rappresentano un laboratorio fondamentale delle politiche rivolte allo sviluppo sostenibile: è in esse infatti che gli aspetti ambientali, sociali ed economici sono maggiormente interconnessi e fanno emergere più rilevanti problemi di conflittualità ed esigenze di compatibilità. La sfida posta dallo sviluppo sostenibile nelle zone urbane è immensa: si tratta di conciliare, da un lato, lo sviluppo economico delle città e l’accessibilità del loro territorio e, dall’altro, la qualità di vita e la tutela ambientale.
L’Unione europea ha indirizzato un’attenzione crescente al tema dello sviluppo urbano sostenibile, elaborando una propria Strategia in materia e individuando alcuni campi prioritari d’azione: governance, trasporto, edilizia, progettazione e pianificazione.
Tra questi campi, una posizione cruciale, e per molti versi idealtipica, è stata attribuita al tema della mobilità, vista la forte incidenza che essa esercita su tutte le diverse componenti della sostenibilità urbana (competitività, accessibilità, qualità della vita, coesione territoriale, esclusione sociale, equilibrio finanziario, inquinamento ambientale), rendendo necessarie non facili azioni di integrazione e raccordo."
Appare dunque evidente che lo sviluppo tanto auspicato per i nostri territori non possa non tener conto del problema della mobilità come elemento centrale per qualsiasi politica strategica di utilizzo delle risorse umane e territoriali.
Purtroppo stiamo assistendo di questi giorni ad un attacco inaudito al sistema dei trasporti dei comuni della Provincia di Trapani e fatto ancor più grave nell'assoluto silenzio di molti fra i tanti onorevoli, deputati e senatori che da questo bacino elettorale hanno tratto fortune (politiche) e notorietà.
Infatti dobbiamo registrare che non sono solo le sorti dell'aeroporto di Birgi a doverci preoccupare ma anche il fatto che ormai da mesi la linea ferroviaria Alcamo-Trapani (la famosa via Milo) è chiusa a causa di cedimenti strutturali risalenti al mese di marzo.
Mentre nel resto d'Europa le comunità locali investono nella mobilità sostenibile, dove il traffico su rotaie ha un ruolo importantissimo, da noi appunto passa quasi inosservata la chiusura di una linea ferroviaria che invece dovrebbe essere valorizzata. Parliamo di un tratto ferrato dove un turista potrebbe ammirare panorami e paesaggi di inestimabile bellezza (Segesta sta nel mezzo del tratto soppresso) e che se opportunamente valorizzato potrebbe rappresentare una ulteriore attrazione per i nostri territori)...."""Invero dalla lettura della qui contestata ipotesi di offerta di Trenitalia, appare invece evidente come ancora una volta la provincia di Trapani rimanga esclusa da ogni ipotesi di investimento/ammodernamento e, quindi, di sviluppo; se da un lato vengono privilegiate, legittimamente, le tratte con servizi veloci (!) con i capoluoghi di provincia di Palermo, Catania, Messina, Siracusa ed Agrigento, dall’altro “dimenticando” Trapani, che nulla ha da invidiare come “attrattore turistico” d’eccellenza nella visione promo-strategica siciliana, non solo per le bellezze naturali, paesaggistiche e archeologiche ( ...abbiamo il più grande parco archeologico d’Europa), ma anche e in conseguenza di uno scalo aeroportuale turistico di prim'ordine, un porto che nonostante talune logiche palermocentriche rappresenta un collegamento fondamentale con il sistema isolano ove insiste la piu' grande riserva marina d'Europa, oltre che costituire approdo sicuro nei crocevia mercatili del Mediterraneo ...anche quelli futuri della cd "area di Libero scambio" ..e non solo, quando necessario, sbarco per l’accoglienza e il ricovero di migliaia di (poveri cristi) profughi provenienti dalle coste settentrionali dell’Africa (ed in cerca di futuro..) .
La tratta Trapani-Palermo via Milo, da anni ormai inattiva, paradossalmente non solo non viene oggi presa in considerazione (si ribadisce nonostante la necessaria e strategica visione sistemica di collegamento anche con il predetto scalo aereo che negli ultimi anni ha registrato un notevole incremento dei flussi turistici e di cui i Comuni della provincia si sono fatti anche onerosamente carico con la loro azione di co-marketing, rispetto all’insolvente ex Provincia/Regione), ma non appare neppure rientrare nelle scelte strategiche siciliane di Trenitalia, sebbene insista anche formalmente una osservazione del 25.02.2015, indirizzato al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti da parte dell’ 8° Commissione Lavori Pubblici del Senato sullo schema di D.M. recante approvazione del “Contratto di Programma 2012-201 / PARTE INVESTIMENTI”, sottoscritto tra la società Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, esprimendo sì parere favorevole, ma condizionandolo al potenziamento dei collegamenti ferroviari della Sicilia occidentale (specialmente con l’aeroporto di Trapani-Birgi).
Ma v'è di più. Riteniamo non siano stati considerati aspetti assolutamente prioritari che discendono da precedenti programmazioni e/o progetti di sviluppo strategico del territorio della Sicilia occidentale, ormai palesemente abbandonata al suo destino da un Governo regionale che rischia, oggettivamente, di dimostrarsi incapace di esprimere progettualità e programmazione che guardi al futuro di questo territorio e dell’intero territorio siciliano.
Vale la pena rammentare che il Comune di Palermo, sin dal 2005, fa parte della “Rete delle Città innovative”, promossa dal Ministero delle Infrastrutture e tasporti, attraverso il finanziamento di appositi programmi innovativi e in tale ruolo ha contribuito alla individuazione e proposizione della “Piattaforma Strategica della Sicilia Occidentale” inserita nel Quadro Strategico Nazionale 2007-2013; lo stesso Comune ha già avviato il Programma innovativo in ambito urbano “Porti e Stazioni” finanziato dal MIT ed è stato individuato come soggetto capofila di area vasta, nella quale sono ricompresi i territori del Comuni di Termini Imerese, Trapani e Marsala, e promotore di azioni strategiche per l’attivazione e conseguente infrastrutturazione della Piattaforma Strategica della Sicilia Occidentale, avendo ricevuto nel 2010 a tal fine un finanziamento per la realizzazione di un apposito studio di fattibilità.
In tale contesto, i Comuni anzidetti si sono dotati di Piani Strategici e si sono impegnati a rendere coerenti i propri strumenti di programmazione, pianificazione strategica e/o pianificazione regolativa con il percorso strategico condiviso anche con la sottoscrizione di più protocolli di intesa.
Ora, invece, si va verso l’accettazione di una proposta formulata da un Ente che opera per finalità di lucro e secondo logiche (affaristiche) di mercato e che non tiene minimamente conto non solo degli obblighi e degli impegni assunti dai Comuni firmatari dei protocolli d’intesa, ma anche della programmazione e progettazione già finanziata ed avviata dagli Enti pubblici, sui quali ricade, in maniera esclusiva, la responsabilità delle scelte di sviluppo.
Orbene, anche nell’ottica di una visione strategica di sviluppo di una vasta area a cui ci stiamo candidando e ci riferiamo anche alle intese già stipulate e/o in corso di elaborazione tra Comuni/Territori, non possiamo che con forza chiedere che venga tenuta in debita considerazione la ormai ex Provincia di Trapani, con adeguati investimenti, ormai divenuti necessari e non più differibili, quali:
il collegamento, realizzabile con una breve bretella o raccordo ferroviario che immetta sull’esistente tratta, dell’Aeroporto di Birgi con le città di Trapani e Marsala;
il ripristino immediato della tratta Trapani-Palermo via Milo (con il duplice obiettivo di collegamento e di linea turistica di eccellenza) attraverso un intervento di modernizzazione della linea che consenta la percorrenza anche di treni veloci e diretti fra i due Capoluoghi, in modo tale da agevolare l’interscambio della popolazione turistica nonché quella dei pendolari sempre più numerosi;
la programmazione di interventi per uscire dal ‘circuito chiuso’ della linea Alcamo-Trapani-Mazzara del Vallo-Castelvetrano, che devono assicurare l’ormai necessaria prosecuzione della linea ferroviaria verso Sciacca, Agrigento e la Sicilia orientale;
l’indispensabile raccordo fra gli aeroporti di Trapani e Palermo, nell’ottica di una loro auspicabile interazione e integrazione.
Il paradosso é che mentre si ipotizzano grandi progetti (ponti, alta velocità, raddoppio dei binari, etc...) la provincia di Trapani, già penalizzata per essere geo(polit)graficamente la più lontana dai centri economici e culturali della Nazione, continua ad essere tenuta emarginata da una politica che ha abdicato al suo ruolo di programmazione dello sviluppo del territorio e di tutela degli interessi collettivi, delegando, di fatto, a operatori economici che considerano, prioritariamente, i loro investimenti in termini di massimo ritorno economico.
Laddove dovesse prevalere e radicarsi tale assunto, è chiaro che verrebbe meno la fiducia nelle Istituzioni, comunque e dovunque rappresentate (e dove i servizi più essenziali possono essere soppressi senza che nessuno alzi la voce? ...NO GRAZIE)
Chiediamo, dunque, un urgente incontro con i vertici istituzionali al fine di affrontare la problematica in oggetto per potenziare ed europeizzare l’obsoleto sistema dei trasporti in generale, e quello ferroviario in particolare, nel(la nostra provincia) nostro territorio, e quindi nella Sicilia intera (che, si ricorderà, non può essere solo terra di conquista e/o disperato approdo, ancor meno avulsa da una visione strategica) per il suo sviluppo economico, turistico e sociale, attraverso la valorizzazione delle sue esclusive peculiarità culturali, architettoniche, artistiche, paesaggistiche, agroalimentari ed enogastronomiche, climatiche, ecc..