17,00 - "Siamo qui per rinnovare una promessa: batteremo la mafia, la elimineremo dal corpo sociale perché è incompatibile con la libertà e l'umana convivenza. E perché l'azione predatoria delle varie mafie ostacola lo sviluppo, impoverisce i territori, costituisce una zavorra non solo per il Sud ma per tutta l'Italia". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Palermo in occasione dell'anniversario delle stragi di Capaci in cui fu ucciso il giudice Giovanni Falcone."Dobbiamo unire sempre più, contro la mafia, tutte le energie positive. E trarre il meglio da noi stessi e da chi ci sta vicino. Sconfiggere per sempre le mafie è un'impresa alla nostra portata - ha continuato il Capo dello Stato - ma per raggiungere questo traguardo, è necessario un salto in avanti che dobbiamo compiere come collettività".
07,00 - Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro sono le vittime della strage di Capaci del 23 maggio 1992. Sabato prossimo #23maggio ricorre il 23esimo anniversario di questo tragico evento, diventato insieme alla strage di via D’Amelio, del luglio dello stesso anno, una pietra miliare nella storia della lotta per la legalità in Italia. Rai Uno trasmetterà in prima e in seconda serata due film sulla mafia: si tratta di “La mafia uccide solo d'estate”, di Pif, prima visione sui canali del servizio pubblico dalle ore 21.30, e di “Convitto Falcone”, corto di Pasquale Scimeca del 2012. #Palermochiamaitalia Quest’anno non solo a Palermo, ma in sei città italiane, la Fondazione Falcone e il Miur ricordano le stragi coinvolgendo studenti e cittadini; anche la Rai collaborerà a questo evento collegando Milano, Gattatico, Firenze, Napoli, Rosarno e Corleone, in una diretta trasmessa su Rai Uno. “La scuola – secondo il ministro Giannini – ha un ruolo chiave nell’educazione alla legalità”. Maria Falcone ha ribadito "il raggiungimento dell’obiettivo di 'fare rete', di portare testimonianze di unità contro il sopruso”. A Palermo ci sarà anche il presidente Mattarella per l’iniziativa principale che si terrà nell’aula bunker dell’Ucciardone. Nelle altre città italiane incontri e iniziative con familiari di vittime della mafia e associazioni.
IL TESTIMONE DI GIUSTIZIA. "C'è un prezzo da pagare per la giustizia e per la propria coerenza. Oggi come ieri ribadisco che la scelta di testimoniare è stata giusta". Ne è convinto Giuseppe Carini, l'uomo che venti anni fa con la sua testimonianza fece arrestare gli assassini di don Pino Puglisi, il parroco del rione Brancaccio di Palermo, ucciso da killer mafiosi il 15 settembre del 1993, nel giorno del suo 56esimo compleanno.
Carini ripercorre la sua storia da testimone di giustizia, nel corso di una lunga intervista con Roberto Taglialegna, che andrà in onda sabato 23 maggio, alle 8.30 su Radio1 Rai, nel corso del programma "Inviato speciale ". Carini è un testimone di giustizia, inserito in un programma di protezione dal 1995. Con altri trentaquattro testimoni di giustizia firmerà un contratto di assunzione con la Regione Sicilia sabato 23 maggio.
Una data non casuale: "Tutto questo avverrà proprio nel giorno dell'anniversario della morte di Giovanni Falcone - sottolinea Carini - quasi a voler completare un percorso fortemente voluto dal magistrato" . A distanza di venti anni, Giuseppe Carini rifarebbe tutto: "nonostante le enormi difficoltà alle quali è sottoposta la vita dei testimoni di giustizia, siamo tutti convinti di aver fatto la scelta più giusta".
Dal suo racconto emerge come nel corso degli anni, lo Stato abbia ,in molti casi ,ignorato le condizioni drammatiche in cui vive chi decide di testimoniare. " Oggi siamo di fronte alla concreta speranza che la situazione possa cambiare"- dice Carini.
Grazie all'impegno dell'Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia, guidata dall'ex imprenditore e anch'egli testimone Ignazio Cutrò, sono state approvate due leggi che tutelano i testimoni assicurandone l'assunzione nella pubblica amministrazione: "Abbiamo fatto la storia - spiega Carini, parlando a Radio1 - abbiamo messo dei tasselli fondamentali dal punto di vista legislativo spingendoci ben oltre il programma di protezione americano che era sempre stato il nostro modello". "A differenza di quanto accadeva 20 anni fa, oggi a chi denuncia - conclude Carini , nell'intervista a Radio1- viene data la possibilità di sperare in una vita migliore".