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26/05/2015 06:40:00

Trapani dice addio all'Autorità portuale. Ce ne sarà una per tutta la Sicilia. Polemiche

 Trapani dice addio all'Autorità Portuale. Ma anche Catania e Augusta. Tutti i porti siciliani dipenderanno da Palermo. Lo prevede la riforma del governo Renzi delle Autorità portuali. In Sicilia verranno ridotte da quattro a una. Dal Ministero dei Trasporti trapela che in tutta Italia le Autorità portuali saranno ridotte da 24 a 8, 4 dal lato tirrenico e 4 dal lato adriatico. E’ quanto previsto nelle 195 pagine del “Piano strategico della portualità e della logistica”, documento che contiene le linee guida della riforma dei porti. Nel dettaglio un’Autorità sarà quella della Calabria e dello Stretto, che raggrupperà anche Gioia Tauro e Messina. In Sicilia, poi, verrà creato un unico ente che gestirà i porti di Trapani, Palermo, Catania e Augusta. Il presidente sarà nominato direttamente dal Ministero, di concerto con il presidente della Regione. Sarà affiancato da un Comitato di Gestione.

TRAPANI. A Trapani la notizia arriva come una doccia fredda. In città già si discuteva su come evitare l’accorpamento con Palermo, ma adesso il problema diviene secondario dato che anche realtà strategiche come Augusta verranno accorpate a Palermo. L’Autorità Portuale di Trapani è stata istituita nel 2003, poi, non avendo i requisiti di legge, in attesa della riforma, è stata commissariata nel 2007. Di recente operatori e imprenditori dello scalo trapanese hanno creato il “Consorzio del porto di Trapani” per fare sentire la loro voce per promuovere e favorire lo sviluppo economico del porto contrastando quella che secondo loro è “un’azione speculativa di accorpamento, subordinazione e controllo da parte di qualsivoglia Autorità portuale e logistica”. Il porto di Trapani è classificato come scalo di interesse nazionale ma ha un fondale massimo di circa 8 metri in attesa di dragaggio. 

LE PROTESTE A CATANIA E MESSINA. Grandi proteste a Catania, che, secondo il quotidiano cittadino, “La Sicilia”, ” rischia di essere eterodiretta da Palermo”. Da Messina interviene invece il deputato del Movimento Cinque Stelle Francesco Uva: “Il fatto che l’Autorità Portuale di Messina venga accorpata a quella di Gioia Tauro è semplicemente inammissibile. Innanzitutto, l’Area Integrata dello Stretto presenta delle caratteristiche uniche e delle competenze peculiari che non possono essere “assimilate” ad altre che non appartengano alla stessa area integrata. Le competenze dello Stretto di Messina devono, senza se e senza ma, rimanere in un distretto di competenza che assicuri la continuità territoriale e commerciale tra le due sponde. In secondo luogo, a livello economico, perché le risorse finanziarie dell’Autorità Portuale di Messina dovrebbero confluire in quelle di Gioia Tauro? Tutto questo non è tollerabile. Avevo già presentato un’interrogazione al Ministro, lo scorso gennaio, ma evidentemente quando gli interessi sono altri si preferisce fare orecchie da mercante. Ma di certo non mi arrenderò in questa battaglia e, anzi, invito tutta la deputazione messinese a fare altrettanto. Non possiamo permetterci di “perdere” così le nostre competenze e la nostra unicità”.

LA BOZZA. Nella bozza di riordino è previsto che «una sola Autorità regionale (quindi Palermo per la Sicilia) potrà governare tutte le funzioni di promozione, pianificazione e gestione. Il presidente sarà nominato direttamente dal ministro, di concerto con i presidenti delle Regioni, mentre il relativo comitato di gestione sarà composto, oltre che dal presidente, da ulteriori membri nominati dalle Regioni interessate, e, ove presenti, dalle città metropolitane».