Nell’estate del 2013, diversi cittadini sono stati promotori di una iniziativa per togliere la recinzione su un tratto di spiaggia di Lido Marausa, rivolgendosi all’amministrazione Damiano per conoscere i motivi inerenti la chiusura del predetto tratto della spiaggia, ancora oggi reso inaccessibile se non a piedi. Istanza con cui si chiedeva appunto l’eliminazione della recinzione, a quanto pare al centro di una querelle tra il Comune di Trapani ed il proprietario dei terreni vicini alla battigia. Nella nota si sottolineava come la “recinzione posta a Marausa Lido all’inizio della spiaggia libera bloccasse, anche in caso di pronto intervento, l’ingresso alla pubblica area demaniale e alla strada costiera che congiunge il Comune di Trapani con quello di Marsala da almeno un cinquantennio”. Difatti gli stessi cittadini lo scorso anno avevano peraltro sollecitato invano anche l’amministrazione del Comune di Marsala. Non avendo avuto mai alcuna risposta oggi, in prossimità della stagione estiva dove centinaia di utenti si riversano su tale tratto di spiaggia, hanno deciso di rivolgersi ai legali dell’Osservatorio per la Legalità –CO.DI.CI. per mettere in atto ogni azione legale a tutela degli interessi collettivi al fine di far tornare fruibile la spiaggia.
“La questione sarà verificare se tale recinzione sia legale o illegale e per far questo abbiamo bisogno di accedere agli atti di tale procedimento – commenta l’Avv. Vincenzo Maltese, Delegato per Trapani dell’Associazione CO.DI.CI – Centro per i diritti del cittadino. Nel caso in cui dalla documentazione dovesse emergere che il passaggio è stato indebitamente sbarrato, allora saranno azionate tutte le tutele legali nelle competenti sedi nei confronti di chi materialmente ha recintato l’area che peraltro dovrebbe risultare essere demaniale. Pertanto ho già inoltrato formale istanza di accesso civico ai sensi della legge sulla Trasparenza della p.a, ex art. 5 d.lgs. 33/2013 per cui si attende risposta dal Segretario Generale del Comune di Trapani, entro il termine di trenta giorni".